Paolo Di Canio, ex attaccante e ora opinionista, ha parlato su Sky Sport delle dichiarazioni dell'allenatore dell'Inter Antonio Conte dopo il successo nell'ultimo turno contro l'Atalanta per 2-0.
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Di Canio: “Conte, gravità unica. Suning non perdona. E sono certo non vorrebbe Messi perché…”
L'ex attaccante ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport sulla vicenda legata all'allenatore dell'Inter
"Tre settimane fa parlavamo dello sfogo per quanto riguarda invece chi era all'altezza di indossare questa maglia a fine stagione e avevo detto la mia idea, ovvero che una società non accetta questo e che giocatori si possono "stufare". Questo di ieri uno strappo importantissimo. Parliamo di aziende importanti a livello mondiale, di altre dimensioni del passato: prima che c'era un presidente intelligentissimo, ricchissimo, ma amante dei propri giocatori, del proprio gruppo e del proprio staff. E allora magari poteva chiudere un occhio da padre, da fratello maggiore; questi (Suning, ndr) non chiudono nulla. Non so perché Conte abbia fatto questo ma è di una pesantezza unica. Non so se abbia delle mire. Vuole che il suo lavoro venga riconosciuto e ogni volta spiattella dati. È anche giusto dal suo punto di vista, ma è di una gravità unica. Poi mi dovessero continuare insieme, lo strappo c'è e comunque la cicatrice rimarrà. Nei momenti in cui le cose non andranno bene quelle cose riusciranno in maniera prepotente. Parliamo di un presidente che durante il Lockdown è in Cina. Lui imputa: "Il presidente è in Cina", ed è qualcosa di troppo pesante".
"Voi pensate che l'Inter non abbia il sogno Messi per arrivare a contendersi a livello di brand con la Juve che ha Ronaldo un'immagine ancora più grande a livello internazionale. Pensate che uno come Conte vorrebbe Messi in squadra? Io sono convinto di no perché è talmente concentrato e attento sul suo lavoro che con Messi si parlerebbe molto più di lui".
"Ha delle mire ma le ha sbagliate tutte. Nelle grandi aziende non accettano che si faccia invasione di campo. Ci sono delle gerarchie e ognuno ha il suo ruolo. Stiamo parlando di un colosso mondiale, che gli ha messo a disposizione quasi tutto quello che voleva. Non accettano un'insubordinazione di chi è delegato nell'area tecnica, dove gli hanno messo a disposizione quasi tutto quello che voleva: epurazione nello spogliatoio di elementi importanti come Nainggolan, Perisic e Icardi. Gli ha portato altri giocatori, mentre a gennaio è vero che voleva un giocatore diverso da Eriksen ma ha ottenuto Young e Moses. Negli ultimi 20 anni nessun allenatore ha avuto un mercato così importante. È stato preso per arrivare secondo e lo ha fatto lottando all'ultima giornata con Lazio e Atalanta. Se l'Inter ha fatto qualcosa di straordinario, cosa hanno fatto le altre due? Se vincerà l'Europa League avrà fatto un'ottima annata, altrimenti avrà fatto il suo dovere. La società non può imputargli di aver fatto 2 punti su 9 tra Bologna, Sassuolo e Fiorentina?!".
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