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Dimarco: “Inter, non vedo l’ora di firmare. Inzaghi ci fa stare bene. Il Liverpool…”
Non solo Brozovic. Tra i giocatori pronti a rinnovare il contratto in casa Inter c'è anche Federico Dimarco. Il giocatore ne ha parlato in una lunga intervista a Tuttosport. "Primo gol a San Siro o rinnovo? Onestamente, non voglio scegliere. Visto che è la letterina per Babbo Natale, spero che mi porti tutti e due i regali".
Partiamo allora da un argomento di stretta attualità. Quanto manca al rinnovo di contratto?
«Ci sta pensando il mio agente (Beppe Riso, ndr). Io preferisco rimanere concentrato sul campo e non distrarmi dalle cose che contano».
Il ds Piero Ausilio ha comunque spiegato pochi giorni fa che siete vicini a firmare. Per lei l’autografo su quei fogli rappresenterebbe una sorta di “patente” da nerazzurro, visto che ha iniziato da bambino nel 2004 e nel 2022 saranno 18 anni di Inter.
«Sono sincero: non vedo l’ora di firmare».
Immaginiamo che dopo i gol a Genova ed Empoli, ora aspetti di esultare nel suo stadio; finora l’ha fatto da avversario col Parma il 15 settembre del 2018. Ma se dovesse ricapitare di tirare un rigore sotto la Curva Nord come contro l’Atalanta, ci andrebbe sul dischetto?
«Andrei di sicuro, ma tanto non ricapiterà (ride, ndr). Quel giorno ci avevo messo la faccia a fine partita, mi ero mostrato sereno, ma in verità mi era cascato il mondo addosso. Poi col passare dei giorni l’ho smaltita...».
Il senso del gol che si nota vedendola giocare, attaccando la fascia e la profondità, nasce dai tuoi trascorsi da esterno offensivo nel settore giovanile?
«Sicuramente. Poi devo dire che l’anno e mezzo vissuto a Verona mi ha aiutato molto a crescere in questo senso. Con Juric giocavamo all’attacco, portando molti giocatori in zona gol, un po’ come accade quest’anno all’Inter. Comunque si tratta di una caratteristica che mi porto dentro da quando ero piccolo e me la tengo stretta».
Fra le sue reti, quella su punizione diretta contro la Sampdoria. I calci piazzati sono una delle armi di questa Inter. Vi allenate molto su questo fondamentale?
«Nel calcio di oggi sono davvero importantissimi i calci da fermo, sia a favore che contro. Penso ai big match dove a volte basta un episodio, oppure contro le squadre che ci affrontano molto chiuse in difesa. Noi ci lavoriamo molto e si vedono i risultati».
Inzaghi vuole che sia sempre in campo uno fra lei e Calhanoglu proprio per avere uno stoccatore specialista. Chi è il più bravo?
«Lui è destro e io mancino, diciamo così... Comunque ci sono zone già designate, quindi nessuna discussione fra di noi. Per altro a me non piace litigare per una punizione, so quando tocca a me e va bene così».
Milan-Napoli vi ha regalato il primo posto al termine del girone di andata con una gara di anticipo. Cosa vorrebbe dire per lei, cresciuto nell’Inter, far parte della rosa della squadra che vincendo il campionato raggiungerebbe la seconda stella?
«Moltissimo, ma non ci voglio proprio pensare».
Inoltre avete superato il girone di Champions. Il sorteggio però non è stato fortunato e vi ha abbinato al Liverpool.
«Affronteremo una delle tre squadre più forti d’Europa, sarà dura. Partiamo sfavoriti, ma siamo l’Inter e ci proveremo. Ma avremo il tempo per pensarci».
Quanti sono i meriti di Simone Inzaghi?
«Tantissimi. Il mister ci fa star davvero bene».
Se dovesse scegliere una caratteristica del tecnico piacentino?
«A livello umano ha un ottimo rapporto con tutti, il gruppo è molto unito».
(Tuttosport)
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