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Getty Images
Nel corso della lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Federico Dimarco si è soffermato anche sul suo tifo per l'Inter, squadra del cuore fin da bambino. «Il fatto di scendere in campo con lo stemma dell’Inter sul cuore è, semplicemente, la cosa più bella del mondo. Né più né meno», ha ammesso l'esterno nerazzurro.
Ma come è fatto questo Dna interista per davvero...?
«Io posso raccontarvi solo del mio tifo che nasce in famiglia: neanche ricordo la prima a San Siro, avrò avuto tre anni. Da lì ho iniziato a seguire l’Inter ed è diventata, in senso buono, una droga. La mia passione. Giocavo il sabato o la domenica mattina, poi dritto allo stadio. L’ultimo anno in cui ho frequentato tanto era il ‘10: col Barça in semifinale ero al primo verde, mai visto il Meazza vibrare così».
E a Madrid c’era pure?
«Lasciamo stare... Avevo un torneo, non sono potuto andare. Troppo facile dire che, un giorno, una finale di Champions vorrei giocarla io con questa maglia».
Interista e milanese: accoppiata rara. Come vive la città?
«Sono cresciuto in Porta Romana, era il mio mondo, al massimo andavo in centro, anche se da subito i tanti allenamenti non mi permettevano di girarla molto. Ma negli anni l’ho vista cambiare: si è evoluta, è cresciuta. Per me è la città più bella di tutte».
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