Quanto conta essere di Milano e giocare nell'Inter?
"Quanto è bello... Essere di Milano e giocare nella squadra per cui tifavi da bambino è un'emozione davvero bella".
Hai mai avuto paura di non tornare all'Inter?
"Ci sono stati momenti in cui ho toccato davvero punti bassi, come a Sion quando mi sono rotto il metatarso o a Parma quando ho rotto il tendine dell'adduttore. Grazie al mister avuto a Verona (Ivan Juric, ndr) sono riuscito a riguadagnarmi l'Inter".
Tuo padre ha ancora il negozio di frutta e verdura?
"Sì, assolutamente. Vado a comprarla, la pago! Gratis non mi dà niente (ride, ndr)".
Il colpo di testa rimpallato da Lukaku in finale di Champions League?
"Te lo dico dopo quello che ho detto, qui non si può dire...".
Da dove viene la tua esultanza?
"E' nata perché io e i miei amici, con cui gioco a Pro Club, guardavamo uno sketch dei Soliti Idioti al supermercato dove c'era uno di loro che faceva lo stesso gesto. Lo abbiamo guardato per tre giorni di fila perché faceva troppo ridere e da lì ho deciso di esultare in quel modo".
Come è stato il periodo del mancato ritorno di Lukaku?
"E' successo quello che c'è scritto dappertutto. Ci sono rimasto un po' male perché sono stato vicino a lui tutto l'anno. Non entro nel merito perché ora è in un'altra squadra. Ora torna a San Siro? Siamo carichi, come per tutte le partite".
Idolo oltre il calcio?
"Fabio De Luigi. Guardando un suo film non riuscivo a smettere dal ridere".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA