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Si ferma a Marassi la striscia di otto vittorie consecutive dell'Inter. La squadra di Antonio Conte fallisce il soprasso sul Milan, che resta a una lunghezza di vantaggio dopo la sconfitta casalinga con la Juventus. In casa nerazzurra resta il rimpianto per l'occasione persa dopo la sconfitta per 2-1 contro la Sampdoria.
La Gazzetta dello Sport analizza la sfida: "Basta niente per cambiare umori e prospettive, è sufficiente un pomeriggio sbagliato sotto la pioggia e nel vento di Genova, a casa della Samp. Un’Inter pesante, macchinosa, contorta. Dominante, però inconcludente. Senza Lukaku nell’undici titolare è venuto meno il trascinatore punto di riferimento e il rigorista infallibile, dettaglio cruciale, perché l’Inter è scivolata sulla buccia di banana di un penalty fallito e su quell’errore di Sanchez si è incartata. Doloroso due volte questo stop genovese, perché i gol doriani li hanno segnati gli ex interisti Candreva e Keita, e perché lo stesso allenatore blucerchiato è un ex nerazzurro, Claudio Ranieri. Sampdoria raccolta a testuggine, compatta e lesta a distendersi non appena si schiudeva uno spazio. Il risultato ha una sua logica tattico-strategica".
La Rosea aggiunge: "Dieci minuti di strapotere e 35 di sofferenze, amnesie e tormenti: misteri della psicologia o forse la dimostrazione di come Conte non sia ancora riuscito a impermeabilizzare l’Inter con la sua mentalità. Spiegazioni tecniche vanno ricercate a centrocampo, settore in cui, nella composizione Barella-Brozovic-Gagliardini, manca il seme della costruzione".
Ora l'Inter deve dare risposte già nel big match di domenica contro la Roma: "Il muro della Samp ha resistito e l’Inter, senza neppure accorgersene, si è scoperta battuta e vulnerabile. Non sempre si può vincere di ribaltone. Le rimonte dovrebbero essere l’eccezione, non possono diventare regola. L’Inter ne ha riparate diverse, di gare simili: stavolta l’impresa non le è riuscita e il risultato non nasconde i difetti strutturali, per esempio un’alternativa forte alle fasce, principale se non unica fonte di gioco, nei giorni in cui manca l’opzione “palla lunga a Lukaku”. Nulla è compromesso, un incidente di percorso è ammissibile, a patto di non riprecipitare nella spirale di negatività che ha avvelenato varie stagioni. Serve una risposta immediata, domenica a Roma".
Infine un commento sull'utilizzo di Christian Eriksen nel secondo tempo: "Conte ha “regalato” 25’ abbondanti, recupero compreso, al danese ripudiato, ma non ne ha ricavato granché. Si è visto un Eriksen rabbioso, bramoso di dimostrare qualcosa, però la frenesia è nemica della lucidità".
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