Paco D'Onofrio, avvocato esperto di giustizia sportiva, ha parlato così della questione ultras e delle possibili ripercussioni sull'Inter
Paco D'Onofrio, avvocato esperto di giustizia sportiva, intervenuto a Cronache di Spogliatoio, ha parlato così della questione ultras e delle possibili ripercussioni sull'Inter: "E' un problema di ordine pubblico. Un conto è un'indagine penale, un altro quella federale: la prima è molto grave, di mezzo ci sono omicidi e criminalità. Dal punto di vista federale la questione è molto più contenuta: da quello che ho letto mi sono convinto che si possa escludere che soprattutto l'Inter possa avere punti di penalizzazione dalla giustizia sportiva. Per due motivi: i punti vengono dati quando c'è complicità attiva della società, che in realtà qui è vittima. Poi l'atteggiamento dei tesserati, da quello che emerge, è, di nuovo, passivo: il codice di giustizia sportiva vieta di avere contatto e si sta molto strumentalizzando quest'espressione.
Il contatto dev'essere attivo: se io ricevo una telefonata da una persona fastidiosa, sarò ipocritamente accondiscendente e poi non farò niente. Diverso se un tesserato dovesse chiamare direttamente un ultras. Questo mi convince del fatto che ci potrebbe essere una responsabilità di tipo omissivo dei club e questo porterebbe una sanzione minima. La struttura dell'Inter si è molto rinnovata negli ultimi anni: è stato attivato un protocollo di sicurezza ed è stata istituita una direzione di sicurezza che non esisteva affidata ad ex esponenti di forze dell'ordine. Mi chiedo più di questo cosa le società dovrebbero fare. Cosa succede ora? Chinè vorrà sentire i tesserati che avrebbero avuto contatti con i tifosi per capire se quelle frasi siano contestualizzate o ci sia una colloquialità continuativa: se ricorre la prima ipotesi, non c'è responsabilità dei tesserati, se invece venisse accertata la seconda, potrebbe costituire una violazione.