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"A fine stagione l’Inter avrà pagato al massimo un milione e mezzo il cartellino di Edin Dzeko, bonus da versare alla Roma in caso di arrivo tra le prime quattro in Serie A. In cambio, nel conto in banca c’è da ieri sera un bonifico in entrata da circa 20 milioni, perché tanto vale questo passaggio agli ottavi di Champions League. Ok il prezzo è giusto, il saldo è positivo". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla doppietta di Dzeko, decisiva per il passaggio del turno dell'Inter in Champions League. "C’è molto di simbolico nel fatto che il primo traguardo stagionale sia stato centrato (anche) grazie all’uomo arrivato a sostituire Lukaku: più che la faccia del ridimensionamento, Dzeko è oggi il volto di una squadra che si diverte a sfidare chi l’aveva data per finita, buona per vivacchiare e non per vincere. È novembre, le somme vere si tirano tra qualche mese. Ma intanto Dzeko un posto al sole per febbraio l’ha prenotato, dribblando e chiudendo nell’angolo quei fantasmi sotto forma di 0-0", spiega ancora il quotidiano.
"Se Inzaghi è andato oltre Conte, con la qualificazione di ieri sera, Dzeko sta trascinando l’Inter oltre il fantasma di Romelu. Ha girato la partita, Edin. Ha girato se stesso, potenza dell’esperienza: questi 35 anni serviranno pure a qualcosa, no?", aggiunge il quotidiano che racconta anche il grande feeling tra il bosniaco e il mondo Inter. "Dzeko ha aggiunto esperienza europea a un gruppo che in Champions, per tre stagioni consecutive, aveva raccolto solo delusioni all’ultimo tuffo. Questa qualificazione è arrivata con un turno d’anticipo, contro due delle tre squadre che erano nel girone anche lo scorso anno: così, a proposito di simbolismi".
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