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«Se ci sono avversarie che regalano le partite al Barcellona per noi sarà difficile vincere il campionato». Josè Mourinho, tecnico del Real Madrid, non ha perso il gusto della polemica, e durante la conferenza stampa di oggi ha lanciato una frecciata agli eterni rivali del Barcellona, favoriti, secondo lo Special One «da squadre che fanno giocare le riserve perchè pensano di non poter vincere contro i catalani. Se questo accadrà tante volte, per noi sarà tutto molto difficile». Il Real Madrid dopo quattro giornate è in testa alla classifica della Liga spagnola in co-abitazione con il Valencia, posizione che ora il tecnico portoghese non ritiene importante: «Non è fondamentale essere primi in questo momento ma stando davanti si hanno meno margini di errore. Abbiamo giocato solo quattro giornate -ha spiegato Mou-, la classifica non ha molto significato. Certo se non fossimo primi sarebbe meglio non comprare i giornali». Mourinho ha poi difeso a spada tratta una delle sue stelle, Cristiano Ronaldo, definito dalla giornalista Sara Carbonero, fidanzata del portiere dei 'blancos' Iker Casillas, troppo individualista: «Un numero 9 deve essere egoista, è una delle caratteristiche degli attaccanti che segnano di più».
L'ex allenatore dell'Inter ha parlato poi del rapporto con i suoi giocatori, in particolar modo della disciplina imposta alla squadra: «Sto costruendo con loro un buon rapporto, li vedo soddisfatti e non chiedo cose dell'altro mondo». E sempre a proposito di disciplina Karim Benzema, criticato alcune settimana fa da Mourinho per la poca voglia di lavorare mostrata in allenamento, sembra essersi guadagnato la fiducia del tecnico: «Ora mi sta piacendo molto di più, come lavoro e come gioco. Sta giocando poco ma penso meriti di più, devo dargli delle opportunità poi vedremo se sarà in grado di approfittarne». Lo Special One proverà quest'anno a vincere la sua prima Liga spagnola, dopo i successi in Inghilterra e Italia, campionati che oggi ha voluto mettere a confronto: «Quando ho allenato io in Premier League era straordinario, ora lo vedo un pò più fragile. In Italia -ha proseguito- bene o male c'è un campionato molto difficile per via della tattica, preferita sempre all'estetica. Invece qua in Spagna c'è di tutto, le squadre vogliono giocare e competere allo stesso tempo, anche perchè c'è un pubblico esigente -ha concluso-, che vuole vedere del calcio di qualità».
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