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Classe 1976, ha un passato da calciatore, ma non ha mai sfondato anche se, come ama ricordare, gli è capitato di dover marcare gente come Vieri e Pippo Inzaghi, e un giorno ha anche segnato un gol a Buffon (che gli regalò la maglia). In panchina inizia giovanissimo: nel 2003 lo troviamo nello staff di Gian Piero Gasperini (ma no!) in quel di Crotone, come allenatore nelle giovanili. Nel 2005, Bruno Conti lo vuole a Trigoria per occuparsi delle giovanili della Roma. In sei anni nella società giallorossa (alla fine saluterà commosso, dopo aver fatto di tutto per restare) Stramaccioni vince, e non poco: per esempio, alla guida degli Allievi Nazionali porta a casa il torneo Città di Arco nel 2010, forse la manifestazione più importante per ragazzi di quell'età. Molti dei calciatori che allena fanno strada: sotto la sua guida, arrivano fino alla Primavera Sabelli, Piscitella e Crescenzi. Alcuni fanno addirittura l'esordio in serie A, come Caprari e Viviani. Massimo Moratti rimane colpito dal suo carattere forte e deciso, e da come si faccia seguire dai suoi ragazzi: il presidente ha appena "perso" Fulvio Pea, accasatosi al Sassuolo dopo aver vinto il torneo di Viareggio. Lo chiama (prima volta), Stramaccioni risponde, fa le valigie e si presenta alla sede dell'Inter. Arriviamo ai giorni recenti: con Stramaccioni in panchina l'Inter Primavera guida il girone di campionato davanti a Milan (con cui vince i due derby stagionali) e Varese; viene eliminato agli ottavi del Viareggio, ma poi, come ricordavamo in apertura, mette in bacheca la Next-Gen Series.
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