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Dunque ecco arrivare in Italia i primi veri capitali esteri. Zhang Jindong, il nuovo padrone dell'Inter, con la sua Suning può vantare una statura economica nettamente superiore a un Erick Thohir o a un James Pallotta, che in effetti si sono mossi in questi anni con modalità simili, tra rischi imprenditoriali al minimo e operazioni di leverage (il prestito che ricade sui club, guarda caso con lo stesso regista Goldman Sachs). Beninteso, questo non significa automaticamente che i cinesi sapranno far meglio di Thohir. Zhang Jindong è il ventottesimo uomo più ricco della Cina e il 403° al mondo con un patrimonio di 3,7 miliardi di euro, secondo la rivista Forbes. E’ vero che ha davanti proprietari come Roman Abramovich del Chelsea (7,1 miliardi), Stan Kroenke dell’Arsenal (7), Silvio Berlusconi (6,2) e la famiglia Glazer del Manchester United (4,1). Senza dimenticare che Forbes non quota gli sceicchi che detengono la proprietà di Manchester City (Mansour) e Psg (Al Thani): dietro di loro c’è tutta l’incommensurabile ricchezza dei regni di Abu Dhabi e Qatar. Ma è altrettanto vero che Zhang Jindong incarna l’espansionismo della prima economia al mondo. A supportarlo c’è direttamente il governo di Pechino, che ha dato l’avallo all’operazione Inter nell’ambizioso progetto di far diventare la Cina una potenza del calcio globale, con il sogno di ospitare la Coppa del Mondo nel 2030 e, un giorno, possibilmente vincerla. Zhang Jindong, classe 1963, è il classico self made man, partito con un negozio di condizionatori assieme al fratello e ora a capo di una multinazionale con 1700 negozi e 13mila dipendenti. Suning è uno dei fiori all’occhiello dell’economia cinese: leader nell’elettronica e nell’e-commerce, con un fatturato che nel 2015 è cresciuto ulteriormente del 24%, a 18 miliardi di euro, e profitti per 117 milioni.
(Gazzetta dello Sport)
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