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Zhang Jindong, presidente e fondatore di Suning, è sempre stato chiaro con le parole: "Il club deve diventare il numero uno in Italia, poi in Europa". Ma anche con i fatti, il presidente di Suning sta dimostrando che vuole riportare l'Inter dove merita e le due sessioni di mercato appena passate, sono lì a dimostrarlo. Secondo Repubblica, sono due le strategie della proprietà nerazzurra per riportare la squadra ai fasti di un tempo: "L’Inter è al centro del progetto di conquista dell’Europa da parte di Suning, pienamente appoggiato dal governo cinese, che ha due filoni: quello commerciale, per portare la catena di negozi di elettronica di consumo in Europa, e quello sportivo-mediatico, attraverso il controllo dello sport occidentale. Suning è proprietaria della pay tv Pptv, che si è aggiudicata per 730 milioni di dollari (nuovo record per il mercato estero) i diritti della Premier League per il prossimo triennio. A livello televisivo, uno dei progetti è quello di far giocare più partite di A nel nostro pomeriggio, per renderle fruibili nella prima serata cinese. Inoltre, Suning sta affiancando all’Inter l’acquisto di altri due club, quello belga del Mouscron e quello portoghese del Gil Vicente. Club di secondo e terzo piano, per evitare sovrapposizioni nelle coppe europee che sono vietate, ma che serviranno per far girare e provare giovani giocatori, anche cinesi, per creare un circolo per così dire virtuoso a livello economico e sportivo, anche se certe avventure rischiano di stingere nell’opacità. Sulla rotta Pechino-Milano, del resto, si è già consumato il primo scambio di giocatori: il difensore australiano Trent Sainsbury è arrivato alla corte di mister Pioli arrivando dallo Jiangsu Shanghai, club di cui è proprietario proprio Suning. A vigilare sul tutto ci sarà Peter Kenyon, ex dirigente di Chelsea e Manchester United (di cui è stato anche amministratore delegato), che sarà il consulente strategico, coadiuvato dal manager Kia Joorabchian che già lavora per l’Inter dalla scorsa estate. In piccolo, è quello che fa da anni l’Udinese dei Pozzo (proprietaria anche del Granada, poi ceduto a un gruppo cinese, e del Watford) o il Manchester City, la cui proprietà è la stessa del New York City e del Melbourne City".
(La Repubblica)
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