Nel corso di un'intervista concessa ai microfoni del Secolo XIX, l'ex attaccante dell'Inter Eder, che ora veste la maglia del Jiangsu Suning, ha parlato della sua scelta, del calcio cinese, ma non solo.
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Eder: “All’Inter poco spazio, sarei tornato alla Samp: ecco perché ho scelto il Jiangsu”
Le parole dell'ex attaccante nerazzurro
Allora Eder, in Cina sembra rinato.
«Sì, sta andando benone ma non crediate sia così facile segnare qui. È un calcio in cui se non stai benissimo fisicamente non la prendi mai perché i cinesi corrono di brutto».
A più riprese sembrava dovesse tornare alla Samp.
«Era l'unica squadra in cui sarei venuto, l'ho detto sempre al ds dell'Inter Ausilio. Poi l'ultimo giorno di mercato è capitata l' opportunità della Cina e mi sono detto: meglio un'esperienza all'estero e giocare piuttosto che continuare a Milano avendo poco spazio. Ma, ripeto, alla Samp sarei tornato a piedi perché è casa».
Ha 32 anni, potrebbe ancora tornare in futuro.
«Mai dire mai, io lo dico sempre. Decide il Signore la nostra sorte e non lo escludo».
Ora in Cina c'è la sosta, che sta facendo?
«Sono in vacanza alle Maldive, poi tra il 19 e il 22 verrò in Italia, poi andrò in Brasile. Qui il campionato riprende a gennaio, farò di sicuro una tappa anche a Genova».
Non le mancano i brividi della stracittadina?
«Scherzi a parte è la cosa che manca di più qui in Cina dove hanno tutto ma quel calore, quella passione, quell'emozione che si respira a Genova non può esserci. Neppure a Milano era così. Una città intera si ferma e tutto ti parla di derby. Una cosa spettacolare, un'emozione immensa».
Che livello di calcio ha trovato in Cina?
«Pensavo fossero più indietro. Qui investono e il calcio cresce. Ci sono strutture, soldi, tifosi e campioni. Certo, gli manca ancora la cultura tattica ma stanno imparandola dagli allenatori stranieri. Il gioco è ancora tutto attacco e difesa e devi correre tanto per reggere. Infatti mi sto allenando di più che in Italia, chi pensa che qui sia vacanza sbaglia»
Ha già fatto 11 gol, punta mica a tornare in azzurro?
«No, quando ho scelto la Cina sapevo che avrei perso la nazionale. Ma ringrazio mister Conte e Ventura per l'opportunità di vestirlo».
L'accuseranno di essere il più ricco, grazie al contratto cinese da oltre cinque milioni.
«Sì, me lo rinfacciano ma io rispondo a tono dicendo che gioco e segno, altri no, quindi ci sta la differenza (ride)».
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