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Si avvicina l'appuntamento con il derby di Milano: Inter e Milan, prime due forze del campionato, si affrontano domenica pomeriggio a San Siro. Per l'occasione Antonio Conte sembra intenzionato a confermare in blocco la formazione che ha battuto la Lazio, concedendo una nuova chance al ritrovato Christian Eriksen: il danese, da corpo estraneo del gruppo, sembra aver finalmente trovato il modo di esaltare le sue qualità all'interno del contesto nerazzurro, e la strada del doppio play sembra aver dato nuova linfa alla squadra.
Secondo La Gazzetta dello Sport, per l'ex Tottenham si aprono le porte del primo derby da titolare: "Più passano le ore, più Chris si avvicina al derby. L'odore è forte. L'odore della prima volta, di una storia cambiata, di un'Inter che muta il suo profilo, di un acquisto arrivato a gennaio, il gennaio dopo rispetto a quello effettivo, ma almeno ora si sente. A due tocchi per tre punti, per aggredire il campionato, aggredire tatticamente il derby, provare a giocarsela con il pallone tra i piedi, con la qualità ancor prima che con i muscoli: questa è l'idea".
"Era stato quasi ceduto, il Tottenham e il Leicester lo avevano convinto a tornare in Premier. Ora Chris è cresciuto in tutto: della sua migliorata intensità e dei suoi inserimenti senza palla, in fondo s'è già scritto. L'altro lato della medaglia racconta anche di un'Inter che con l'ex Tottenham in campo ha guadagnato di fatto un'opzione di gioco senza rinunciare alla fase di non possesso. Basti un numero a dimostrazione: l'Eriksen protagonista contro la Lazio ha recuperato più palloni (4) del Vidal visto in campionato un mese fa contro la Juventus (2), certamente la migliore espressione del cileno in maglia nerazzurra".
"Per leggere l'apporto di Eriksen è giusto fare affidamento anche a un altro dato, relativo a Brozovic. Il croato contro la Juventus toccò 93 palloni, di questi solo 24 sono stati giocati in verticale. Il paragone con la gara contro la Lazio è illuminante: 61 palloni toccati, dunque un terzo in meno, ma non abbassando il numero delle giocate in verticale (20). È la certificazione di un'Inter diversa, che ha imboccato la strada del doppio play. Di fatto, la squadra risulta meno leggibile, non è costretta per forza a passare dai piedi di Brozovic, e per gli avversari diventa più complicato marcare l'uomo di costruzione del gioco di Conte".
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