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L'Inter corre verso lo scudetto d'inverno. A un mese e mezzo dal giro di boa, con la fine del girone di andata, la Serie A entra nel vivo con i nerazzurri in corsa con Milan, Juventus e Napoli. Grazie ai successi contro Torino, Sassuolo e Bologna, il club di viale della Liberazione è risalito in classifica fino al secondo posto, a -5 dal Milan e a +1 su Napoli e Juventus.
La Gazzetta dello Sport analizza il momento delle prime quattro della classe e si focalizza anche sui nerazzurri.
"Eriksen è stato il granello di sabbia che ha inceppato i piani di Conte. Non discutiamo i valori tecnici del danese, ma l’innesto non è riuscito. Un po’ perché Eriksen non ha mostrato personalità e non ha sfruttato le occasioni avute. Un po’ perché Conte non ha mai creduto fino in fondo all’opzione trequartista. La variante Eriksen lo ha costretto a rivedere i suoi convincimenti, gli ha fatto perdere tempo, ha tolto luce a Brozovic. Nel momento in cui Conte è ritornato al 3-5-2 puro, con Brozo non più obbligato a fungere da guardaspalle di Eriksen assieme all’altro mediano, l’Inter si è reimmessa su strade conosciute.
Conte dovrà essere bravo a non passare da un estremo all’altro. Va bene bocciare Eriksen, ma lasciare il possesso del pallone agli avversari, come è successo sabato scorso, può essere pericoloso. Contro il Bologna non c’è problema, si vince lo stesso in virtù delle superiori individualità. Contro avversari di pari livello o più strutturati si rischia di andare sotto. Stabilità è la parola chiave. Stabilità tattica, psicologica, ambientale, e di risultati. Se l’Inter si compatterà, nulla le sarà precluso".
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