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Il talento di Eriksen non è ancora riuscito a mettersi a disposizione dell'Inter. Il danese non trova spazio, il 3-5-2 non sembra essere congeniale alle sue caratteristiche e il problema non è di certo fisico. "Quarantuno giorni possono bastare ma anche no. Non per Christian Eriksen, non per Antonio Conte: la scintilla non è ancora scattata, non c’è Inter che li metta insieme".
Secondo La Gazzetta dello Sport "La questione non è fisica. Almeno non lo è più, perché il deficit di condizione non può essere la spiegazione alle porte della primavera. La realtà è che il danese oggi è un corpo estraneo nell’Inter, è un innesto non ancora riuscito, è l’ingranaggio che viaggia a una velocità diversa rispetto al meccanismo intero e non s’incastra mica, impossibile. Questione di caratteristiche: si conoscevano quelle tecniche certo, ma forse un po’ meno quelle caratteriali. In un’Inter che difetta di personalità - l’ha sottolineato lo stesso Conte dopo la sconfitta allo Stadium - Eriksen non fa eccezione. E non è neppure aiutato da un atteggiamento naturale, che lo spinge a comportarsi sempre alla stessa maniera in campo, qualsiasi sia il risultato o l’avversario. Peggio che mai, poi, arrivando a metà stagione in un contesto già rodato e già funzionante. Certo, le panchine non favoriscono l’autostima. Ma il centrocampista poco ha fatto fin qui per strappare o per tentare una fuga, volendo usare una metafora ciclistica. E’ rimasto in gruppo. E, gruppo per gruppo, Conte è naturalmente meno propenso a cambiare, sia uomini sia a maggior ragione atteggiamento tattico. Aiutati che Dio t’aiuta, si suol dire. Eriksen non si sta aiutando, pur con tutti gli alibi che è giusto concedergli".
"Il secondo punto del ragionamento è di ordine tattico. Conte in carriera ha trovato spazio a moltissimi centrocampisti di talento, è un falso storico pensare che voglia solo altri tipi di giocatori in quel ruolo. Se non ritiene di fidarsi al 100% di Eriksen, ha evidentemente una buona dose di ragioni da esporre. Oltre a quella caratteriale, c’è quella legata a un modulo che va ritoccato per far spazio al danese. I lavori sono in corso. Ma c’è tempo per farlo a gennaio? No. Quando Conte alla società, lo scorso autunno, sottolineò la necessità di acquistare giocatori già pronti all’uso, evidentemente si riferiva - al netto dei singoli nomi - a uomini in grado di integrasi un minuto dopo il loro arrivo. Eriksen ha bisogno in campo di uno spazio per esprimersi che il 3-5-2 di Conte fatica a concedergli. Voglia di libertà, facendo seguito alla quale Conte ha provato a testare qualcosa di alternativo, leggi il 4-4-2 contro il Ludogorets, o il 4-3-1-2 nella parte finale della gara di Torino. Ma le risposte non sono mai state esaltanti. Non hanno prodotto una scossa tale da mettere in discussione le certezze. Non è mai troppo tardi. Forse lo è per il campionato, magari però c’è ancora spazio per il resto della stagione. Ad esempio per l’Europa League. Giovedì - data per scontata la conferma del match - Eriksen giocherà con ogni probabilità dal primo minuto. Inseguendo quel clic che può finalmente accendere la sua stagione", analizza il quotidiano.
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