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Gioca alla Play e gli piace la pizza. Sebastiano Esposito vive nel convitto nerazzurro con altri giovani, non ha la patente, neanche la fidanzata, studia al Liceo dello Sport, è devoto a Padre Pio e viene da una famiglia di calciatori. Un adolescente normalissimo o quasi.
Perché è pure il secondo giocatore più giovane ad esordire in Champions con la maglia dell'Inter a 17 anni e 113 giorni. Prima di lui solo Bergomi che aveva esordito in Coppa Campioni a 17 anni e 71 giorni. Conte non ha potuto mandarlo ai Mondiali Under17 per sopperire all'assenza di Sanchez. Lo ha ricompensato mandandolo in campo col Borussia Dortmund e lui ha ripagato la fiducia procurandosi un rigore. Un consiglio - scrive il Corriere della Sera - l'allenatore gli aveva dato prima di scendere nell'arena del Meazza: "Fai vedere quel che sai. Corri e difendi. Attacca col talento".
Quella sera, prima di entrare negli spogliatoi ha salutato nei garage di San Siro il fratello Salvatore. Il resto della famiglia, per scaramanzia, era rimasta a casa a Brescia. Tutti sono sempre allo stadio quando gioca, ma questa volta hanno preferito rimanere a casa e hanno visto in tv il suo esordio. Tutti gli suggeriscono di restare con i piedi per terra e lui accoglie i consigli di chi gli vuole bene. "Nonostante abbia addosso gli occhi di mezza Europa, tra cui quelli ammalianti del Psg, il ragazzo con un contratto da 100 mila euro a stagione fino al 2022 è sbocciato nel giardino interista, dove rimane ben piantato", scrive il quotidiano.
(Fonte: Corriere della Sera)
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