Il giovane attaccante di proprietà dell'Inter, oggi in prestito in Serie B allo Spezia, ha raccontato più di sé
Bella intervista, quella concessa da Francesco Pio Esposito a Sportweek, inserto de La Gazzetta dello Sport. Il giovane attaccante di proprietà dell'Inter, oggi in prestito in Serie B allo Spezia, ha raccontato più di sé, tra presente e futuro. Ecco le sue parole:
Qualcuno scrive Lewandowski e legge il tuo nome.
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«Ho saputo. Penso sia un paragone fantascientifico».
Lautaro?
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«Pure due: forza e cattiveria».
Scamacca?
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«Potenza. Ma quello che mi piace di più è Dzeko, per la sua capacità di legare il gioco. Fa un lavoro clamoroso, credo che nessuno come lui sia importante per la squadra».
E tu come ti definiresti, dentro e fuori dal campo?
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«In campo sono un “9” a cui piace venire incontro e giocare coi compagni, per fare sponde e aprire loro gli spazi. Sono molto forte di testa e bravo nel proteggere palla, devo migliorare nella forza nelle gambe, nella
rapidità e nell’attacco alla profondità. Fuori, sono un tipo estroverso».
Salvatore è forte perché…
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«Perché ha personalità, carisma e perché in B “vede” il gioco come nessuno».
Sebastiano, che sta alla Samp, è forte perché…
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«Perché ha colpi da fuoriclasse e a 17 anni giocava in Champions con l’Inter».
Tu sei forte perché…
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«Perché sono calcisticamente intelligente».
E all’Inter come arrivate?
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«Successe dopo tre anni al Brescia, e so che non era la sola opportunità. Forse è statala prima società a parlare con papà, e lui ha voluto mantenere la parola data. Avevo 9 anni, e tutti i giorni facevo col pullmino avanti e indietro da Brescia. Ci mettevo un’ora e mezza ad arrivare al campo. Uscivo da scuola all’una e mezza, alle tre prendevo il pullman, alle cinque c’era allenamento, alle sette ripartivo, alle otto e mezza ero a casa e dovevo fare i compiti. Il giorno dopo uguale e il giorno dopo ancora. È stata dura. Mi ha tenuto su la passione, la voglia di arrivare al campo pensando che se mi fossi allenato a tutta il mister mi avrebbe convocato per la partita».