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L'Inter chiede a tutti i tifosi: "Dove eravate in quel momento?". Già. E' solo una questione di dove. Perché ovunque ci fosse un interista quella sera è stata festa. Perché è stato l'esatto momento nel quale i cuori nerazzurri hanno capito che era la stagione giusta. Quella del Tripleteche sarebbe arrivato due mesi dopo.
Quando Samuel Eto'o, nella partita contro il Chelsea a Stamford Bridge, ha infilato la palla tra portiere e palo, giusto lì nell'angolino, è stato il big bang. Quel pallone era un segnale, quel gol un'impronta. "Saranno anche passati dieci anni. Ma Eto'o prende palla, colpisce di destro ed è...gol". Che voi foste allo stadio, o davanti alla tv, se anche foste stati davanti alla radio, quell'attimo ha cambiato per sempre la storia di quella Champions League e la storia dell'Inter.
Tutto il resto poi gli interisti lo hanno vissuto con il cuore attento, ma più leggero. Quasi come se quella rete fosse stata liberatoria. In tanti quella sera hanno capito. Ma forse se lo sono raccontato solo dopo diverso tempo, quando rivedendo tutto il percorso fino a Madrid, e alla gloria, hanno pensato alla partita di Londra come ad un dono arrivato dal cielo. Liberatorio, sì. Indimenticabile, come scrivono ancora oggi tanti interisti sotto al post della società. E poi anche: "Commovente", "Certamente non per i deboli di cuore".
Si celebrano dieci anni da quelle vittorie e in tanti non vedono l'ora di rivederle, di celebrarne altre, diversamente belle, magari, ma altre. Fino a che non arriveranno però ognuno nel cuore ci tiene quello che vuole. I ricordi per esempio. Da tirar fuori dal cassetto quando intorno è il caos e la malinconia diventa positiva, una brava amica nerazzurra.
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