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Come iniziò?
"Qui a Rustega, frazioncina di Camposampiero, in provincia di Padova, a 4 anni giocava in palestra. Fece lì i primi due anni, poi iniziò all'aperto, sin da bambino il calcio gli è sempre piaciuto. A 8 anni lo prese il Padova. C'è rimasto sino a 15. Lo venivano anche a prendere col pullmino, poi lo recuperavamo noi in auto".
Quando avete capito che poteva essere la sua strada?
"Le incognite ci sono sempre, prima son bambini, poi ragazzi, di sicuro non c'è mai nulla, ma quando a 15 anni lo chiamò l'Inter, beh, lì ci pensai".
L'anno scorso il boom alla Reggina, 37 presenze e 8 gol.
"Eh, il vizietto ce l'ha, anche lì non sapevamo come sarebbe andata, il vivaio dell'Inter è importante, ma la B è un'altra cosa, è il mondo dei grandi".
Ora il Bologna.
"La Serie A è ancora più dura, lui si trova benissimo, all'inizio giocava poco, ma coi compagni sta bene, son giovani, motivati, l'allenatore è bravissimo, Giovanni è veramente contento, dice che a Thiago piace proprio insegnare calcio".
Lei invece il futuro di suo figlio come se lo immagina?
"Due anni a Bologna li farà di sicuro, poi l'Inter ha un diritto di riacquisto, staremo a vedere cosa deciderà".
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