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La Gazzetta dello Sport, nei suoi consueti tutti nel passato, oggi ripercorre la storia di un affare mancato, quello che doveva portare Falcao all'Inter.
Giugno 1983: Falcao si è promesso all’Inter. Sandro Mazzola, allora dirigente nerazzurro, ha lavorato nell’ombra assieme a Cristoforo Colombo, procuratore del giocatore, ha fatto firmare il contratto a Falcao e, tutto soddisfatto, lo ha mostrato al presidente Ivanoe Fraizzoli. E’ il colpo dell’anno. Da tenere segreto per qualche giorno, perché non si sa mai, però ormai non ci sono dubbi: Falcao sarà dell’Inter.
Fraizzoli chiama Dino Viola per comunicargli l'accordo con il brasiliano ma dalla telefonata esce con la convinzione che si muoveranno i pezzi grossi per bloccare l'affare.
Così lo racconta la Gazzetta: "Scende in campo Giulio Andreotti in persona, tifoso romanista doc come il fedele braccio destro, Franco Evangelisti, cui affida il dossier Falcao. L’ordine è chiaro: «A Fra’, risolvi il problema». Evangelisti studia la situazione, sonda il terreno, capisce che la prima cosa da fare è convincere la mamma del giocatore, la senhora Azise, a restare a Roma. Per raggiungere l’obiettivo, non si fa scrupoli. E così una vicenda di calciomercato sbarca in Vaticano. A mamma Azise, religiosissima, fanno sapere che persino Papa Wojtyla spera che Falcao non lasci la Roma. Lei riferisce tutto al figlio e aggiunge: «Non vorrai mica fare un dispiacere al Santo Padre, eh?». Il trasferimento all’Inter è sempre più in bilico, anche se c’è quel contratto firmato nelle mani di Mazzola e Fraizzoli.
Evangelisti va dal capo e gli dà un suggerimento: «Giulio, io ho fatto quello che potevo. Adesso devi intervenire tu». Andreotti capisce, alza il telefono, chiama direttamente il presidente Fraizzoli e, così si è saputo in seguito, prima ancora che su Falcao il discorso verte sugli interessi economici dell’imprenditore milanese, su quei capi d’abbigliamento che lui fabbrica e vengono distribuiti anche ai ministeri, «un affare importante, mi dicono». Fraizzoli sbianca in volto, esce dall’ufficio, convoca Mazzola e i più stretti collaboratori e, senza dare una spiegazione, ordina: «Stracciate il contratto di Falcao. Non lo prendiamo più». A Roma esultano e Andreotti, riservato al punto tale che in presenza di testimoni avrebbe perfino negato di chiamarsi Giulio, ammette: «Sì, questa volta mi sono impicciato e ho risolto la faccenda»
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