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FCIN1908 – IL BELLO DEL CALCIO, Tante criticità  nel calcio, GIACINTO una grandezza

Sabine Bertagna

All’ottava edizione del Premio Giacinto Facchetti “Il bello del calcio” ci sono tutti gli esponenti del nostro calcio, a prescindere dalle bandiere. Bedy Moratti, Andrea Agnelli (presente per la prima volta), Adriano Galliani,...

All'ottava edizione del Premio Giacinto Facchetti "Il bello del calcio" ci sono tutti gli esponenti del nostro calcio, a prescindere dalle bandiere. Bedy Moratti, Andrea Agnelli (presente per la prima volta), Adriano Galliani, Urbano Cairo, Lotito, Valentini, Albertini, Gherardi. La giuria, che quest'anno ha deciso di assegnare il premio a Eric-Sylvain Abidal, è composta da Giovanni Malagò, Gianfelice Facchetti e Andrea Monti. 

Malagò: "Mi fa piacere perché questo premio è molto ambito. Sono in sintonia assoluta perché la storia di Eric Abidal ha commosso tutti. Lui cavalca positivamente questa storia, che deve essere da stimolo per quelli che hanno conosciuto situazioni molto simili."

Abidal: "Io non ho mai avuto paura, di fronte ad una battaglia non mi sono mai sentito un perdente."

Gianfelice Facchetti legge le motivazioni che hanno assegnato il premio " Ne ha fatte di cose, ne ha percorse di strade. Prima il tumore al fegato e poi le operazioni. Ricaduta e trapianto. Pregare, lavorare, tornare. Oggi gioca nel Monaco. Il bello del calcio è rivederlo in campo senza rancori. Un esempio per tutti." 

ABIDAL risponde alle domande di Gianfelice Facchetti

Il mondo del calcio come una famiglia - "Ho una visione diversa del calcio è sempre stata una passione. Nello sport così come nella vita da solo non si possono raggiungere i successi. Si ha sempre bisogno di qualcuno. Nella malattia, ma non soltanto nella malattia."

Cosa ti ha sorpreso di più nel tuo percorso? "Quando si è malati si ha bisogno del sostegno. In ospedale si è rinchiusi in una stanza. Poi quando esci ti rendi contro che c'è tutto un mondo fuori. Ho ricevuto molte lettere dai tifosi. Mi hanno aiutato ad uscirne. E' importante avere una famiglia e sentirsi amati dai propri cari, ma anche dalle persone sconosciute."

Il calcio ti ha aiutato? "Come sportivo ho sempre avuto un obiettivo. Lo sport mi ha plasmato, mi ha aiutato a vincere e a superare delle prove. Il mio obiettivo era quello di tornare su un campo di successo. Lo sport mi ha aiutato a tornare"

Che peso hanno ora le vittorie sul campo? "A livello personale ci sono molte differenze. La vittoria è qualcosa che si condivide per una squadra. Non ci sono limii, bisogna crederci fino alla fine. Ho un piacere superiore nel farlo rispetto a prima"

Quanto è stata importante la chiamata del tuo club attuale? Molta fortuna nell'incontrare un mister come Ranieri. Sono stato molto fortunato. A 34 anni ho la fortuna di imparare qualcosa da un allenatore come Ranieri. E' molto bravo. Con i sacrifici si cerca di raggiungere il risultato."

Dare agli altri per la squadra. Però io lo faccio al 100%. L'importante è che tutti devono essere contenti. Il sacrificio che si deve fare, anche questo è il bello del calcio.

Abidal - Io non ho paura. Non aver paura degli ostacoli. Bisogna sempre lottare anche se ci sono pochissime possibilità di successo. Io prego. Non aver paura di chiedere aiuto a chi ci è vicino per vincere la paura.

Abete: "Ricordiamo una grande persona che tutti noi ricordiamo. Il mondo del calcio ha tante criticità, ma anche tante grandezze. E Giacinto Facchetti è stato una grandezza."

Agnelli: "Riconoscimento che viene fatto in nome di un giocatore che ha rappresentato il calcio italiano. Mi colpisce la serenità con cui Abidal parla del problema che ha affrontato. Si deve sapere che si può uscire."

Cairo: "Ero affezionato a Facchetti pur non essendo un tifoso interista. Abidal è una grande persona che trasmette una grande positività. E' strepitoso rivederlo in campo."

Bedy Moratti: "Io sono semplicemente molto felice di aver potuto ascoltare le parole di un campione come Abidal. E' una persona molto coraggiosa. Lo avrei voluto nella mia squadra."