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Ieri il presidente Gabriele Gravina è stato chiaro: "Proporremo all'Uefa di soprassedere alla disputa dell'Europeo". Ma come spiega la Gazzetta dello Sport, è molto probabile che Leghe, federazioni, club e calciatori andranno compatti alla video-riunione di domani con l’Uefa per proporre uno spostamento dell’Europeo a giugno 2021 (oppure a fine 2020, meno probabile). "Salvando così campionati e coppe in corso e i cui fatturati andrebbero per aria in caso di sospensione o annullamento. Tanti problemi, però: quando ricominciare, quando finire, come spostare i tornei, come riformulare le competizioni che si giocheranno, come distribuire le perdite… Una corsa contro il tempo che comincia domani alle 13, con Nyon sede centrale".
DUE SCENARI CHIARI - "1)Un primo scenario è ben chiaro: tutti vogliono finire i campionati, altrimenti sarebbe un bagno di sangue. Ma anche chi non gioca le coppe ha interesse a concluderle, perché i guadagni finiscono un po’ a tutti. L’Euro, essendo quadriennale, può invece essere spostato con perdite minori. 2) Secondo scenario indiscutibile: i playoff restano soluzione di riserva, tutti vogliono finire i gironi all’italiana, per ragioni commerciali e sportive. Più facile comprimere le coppe, causa struttura a eliminazione diretta".
DATE - "Per la Serie A — e se ne dovrà tener conto in Europa — ne servono 13 (12 giornate più un recupero che riguarda Atalanta e Inter, per ora squadre di coppa). Ricominciando l’attività il 2 maggio, ci sarebbero 17 date disponibili fino a fine giugno. Quindi ne resterebbero 4 per le coppe: il che consentirebbe di giocare gli ottavi (ritorno per tutti e partita secca per Inter e Roma), i quarti (in gara secca) e poi semifinali e finali (in “final four” o sempre in 90’). Ne parliamo accanto.
SITUAZIONE SANITARIA - "Ecco il problema. Alcuni esperti hanno parlato di tre mesi per recuperare la normalità. L’Italia potrebbe, forse, essere pronta ai primi di maggio, giocando a porte chiuse per evitare contatti. Ma all’estero? Dalla Spagna all’Inghilterra sono tutti in ritardo. E se a maggio fossero come noi oggi? Se non potessero giocare? Il rischio è prendere decisioni da cambiare in corsa. Ma non si può fare altrimenti".
(Gazzetta dello Sport)
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