Il responsabile della Curva Nord ha spiegato cosa ha scatenato gli scontri con i tifosi juventini poche settimane fa
Marco ferdico, responsabile della Curva Nord, nel corso di un'intervista concessa a internews08.it ha parlato degli scontri avvenuti in seguito a Inter-Juventus, spiegando cosa ha scatenato i tafferugli tra tifosi.
Cosa è successo esattamente quella sera?
"Nella serata di Inter-Juventus c'è stato , da parte nostra, e qui facciamo mea culpa. A fine partita c'è stato il lancio delle torce, dal terzo blu verso il secondo anello blu. Il secondo anello blu è un anello popolato di famiglie, di gente normale. Non è un settore frequentato da ultras. È stato un gesto codardo e vile quello di un singolo o di gruppo – questo non lo so – che è stato fatto dalla tifoseria bianconera di buttare una decina di torce accese addosso a delle persone che non fanno parte del mondo ultras".
"Usciti dallo stadio alcuni dei nostri ragazzi erano abbastanza arrabbiati, sono venuti da noi chiedendo di poter andare a cercare un confronto con chi ha fatto questo gesto. Gli è stato detto che ci avremmo pensato. Il problema è che qualcuno si è sentito libero di poter agire. Così un gruppo di ragazzi si è staccato e si è sentito in dovere di poter fare questa azione in piena autonomia… Poi durante il tragitto nel tentativo di cercare la tifoseria bianconera sono stati intercettati delle forze dell'ordine e lì c'è stato il secondo errore, che è quello di cercare di sfondare per arrivare poi all'obiettivo e ne è nato un conflitto".
E le conseguenze sono note…
"Non tutte. Non ci sono solo i daspo o gli arresti. Le forze dell'ordine hanno deciso di punirci ulteriormente. Abbiamo sbagliato e accettiamo questa punizione. Tutto quello che prima veniva concesso, adesso è stato congelato. Mi preme dire che accetto da parte delle istituzioni questa presa di posizione, però com'è giusto che sia le punizioni hanno un inizio e una fine. Io spero che da qui a 15 giorni la situazione si delinei perché noi, nonostante tutto, abbiamo deciso di prenderci giustamente la colpa e siamo pronti a prenderci la responsabilità di quello che è successo. Se poi la punizione diventa vita natural durante allora non è più una punizione, ma diventa un abuso nei nostri confronti".