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"La Premier League sembra aver adottato un doppio standard e ha trattato un'emittente nazionale britannica in modo diverso da un'emittente cinese. "Abbiamo fatto del nostro meglio per raggiungere un compromesso, ma non ci è rimasta altra scelta che intraprendere un’azione legale. Abbiamo ricevuto meno di un terzo del valore di questo contratto ma abbiamo pagato la metà dei soldi", ha dichiarato una fonte di PPLive Sports al Financial Times.
"Nella domanda depositata presso la High Court di Londra l'emittente cinese ha sottolineato PPLive ha affermato nella sua domanda, depositata presso l’High Court di Londra, che c’era stato un “cambiamento fondamentale” nella competizione quando è ripartita, causando “perdite sostanziali” all’emittente. Le modifiche all’orario di inizio hanno fatto sì che ci fossero meno partite durante gli slot in prima serata in Cina, mentre la mancanza di fan negli stadi ha cambiato l’atmosfera", si legge sul Financial Times.
"La perdita dell'accordo con PPLive, che sarebbe scaduto nel 2022, è stato un duro colpo per i club della Premier League, che continuano ad avere perdite anche dovute al fatto che non ci sono tifosi sugli spalti. Di conseguenza, proteggere i ricavi delle trasmissioni è stata una priorità assoluta per la Premier League. La disputa è una sfida per Suning, che è in trattative per vendere tutta o parte della sua quota nell'Inter, la società di calcio italiana della quale è proprietaria", conclude il quotidiano.
(Fonte: Financial Times)
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