"L'Inter potrebbe cambiare proprietario anche subito. Questo è quanto scrive l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, che spiega come il gruppo Suning sia disposto a corrispondere a Thohir quanto investito finora nella società nerazzurra:
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Fissata la data per l’aumento di capitale, presto si scoprirà se…
Suning si appresta ad acquisire una fetta di quote della società nerazzurra. Si parla del 20%, ma nel giro di qualche anno il gruppo cinese potrebbe arrivare a detenere il pacchetto di maggioranza della società di corso Vittorio Emanuele. In...
"IL JOLLY IN TASCA - "La cessione del 20% delle quote (metà di Thohir e metà di Moratti?) sarebbe solo il primo step di un’operazione che preveda nel giro di due-tre anni la presa del controllo, a meno che non avvenga tutto subito. Di certo, nei prossimi mesi la matassa si districherà perché sono troppe le scadenze a cui è attesa l’Inter. Il 15 novembre termina il patto sociale tra Thohir e Moratti. In questi due anni e mezzo Moratti non ha partecipato economicamente alla gestione del club (salvo i 15 milioni versati nel giugno 2014 come da accordo di compravendita) e Thohir se l’è cavata con una serie di prestiti per un totale di 108 milioni, con un tasso tra l’8 e il 9,5% che nel 2014-15 è costato all’Inter, a conto economico, 4 milioni di interessi, anche se il management nerazzurro ha tenuto a farci sapere che quei soldi non sono stati in realtà pagati all’indonesiano. La formula scelta dal presidente – prestiti e non versamenti in conto capitale – è dipesa un po’ dalla necessità di non alterare i pesi azionari tra lui e Moratti, un po’ dalla voglia di tenersi una sorta di jolly in tasca. Ragionamento legittimo per un imprenditore. Ancora oggi i 108 milioni di prestito non sono stati convertiti in conto capitale, non a caso".
"DISMISSIONE DELLE QUOTE - "Thohir non si aspetta di certo di essere rimborsato dall’Inter che già deve ripagare con un milione al mese il maxi-finanziamento da 230 milioni di Goldman Sachs (rata finale da 184 milioni nel giugno 2019) e continua ad avere bisogno di liquidità, come dimostrano gli anticipi di crediti degli ultimi tempi (9 milioni da biglietteria e abbonamenti e una ventina dalla vendita di Kovacic e Shaqiri). Davanti a un acquirente, però, Thohir si sentirebbe in diritto di pretendere in tutto o in parte quella somma prestata, giusto per rientrare dall’investimento. A quel punto la sua quota verrebbe dismessa se non subito, nel giro di 2-3 anni, in modo da consentire a chi subentra di ripagare con calma Thohir e di concentrare risorse sulla squadra. Di sicuro all’Inter serve denaro e l’indonesiano, che sognava l’autosufficienza, non pare aver né la voglia né la possibilità di sperperarne altro. In autunno verrà chiamato l’aumento di capitale, necessario dopo la perdita del 2014-15, l’ennesima per l’Inter, seppur molto più contenuta dei 140 milioni del 2013-14: tecnicamente Thohir potrebbe convertire quel prestito e mettersi a posto col codice civile, ma l’Inter necessita di soldi freschi. Se arriveranno dai cinesi (o da Moratti) lo scopriremo presto".
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