Kerlon Foquinha e le promesse mai mantenute. Il trequartista brasiliano, arrivato all'Inter con Mino Raiola, ripercorre la sua avventura italiana a contraataque.it: “La vita di un calciatore a questi livelli è davvero dura e difficile. Il successo è un momento, tutto passa rapidamente, molto rapidamente: quando ho lasciato il vostro Paese sono andato all’Ajax e mi sono nuovamente infortunato al ginocchio. Quindi sono tornato in Brasile per giocare, ma il ginocchio non mi consentiva ancora di essere al top. E oggi per giocare devi essere al 100%: se sei all’80, o anche al 90, non giochi. Ora però ho lavorato duro con il mio preparatore atletico personale, ho fatto davvero un bel lavoro e sono pronto per tornare a giocare al massimo livello”.
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Foquinha: “Inter, che peccato! Era il mio sogno. Mourinho mi scaricò, disse che…”
Kerlon Foquinha arrivò all'Inter con Mino Raiola ma non riuscì mai a dimostrare le sue qualità in nerazzurro
ORA LA SLOVACCHIA - "Sì: ho trovato un bravo manager, Sasa Djordjevic, che è qui insieme a me per aiutarmi a rientrare nel calcio europeo. Penso che questa possa essere la porta principale per farmi tornare nel calcio che conta. Stiamo parlando con lo Spartak Trnava: sono due giorni che stiamo trattando con la società per trovare un accordo”.
L'ESPERIENZA ITALIANA - “Un’esperienza più che positiva. Mi piace molto l’Italia, lì da voi ho imparato molte cose perché quando sono arrivato avevo poco più di 19 anni. Ero un bambino e in Italia sono diventato un professionista: è il Paese dove ho imparato cosa significhi essere un calciatore. Ho trovato grandissimi giocatori da cui ho imparato molto, non solo all’Inter ma anche al Chievo con Di Carlo e Mario Yepes. Mamma mia, sono davvero grato a tutti!”
L'INTER - “Questo è stato davvero un peccato, perché quando ero un bambino il mio sogno era quello di giocare nell’Inter, in una grande squadra: ma il calcio è fortuna. C’è un momento in cui la sorte gira dalla tua parte e un altro in cui ti volta le spalle: io non ho avuto fortuna ed è arrivato l’infortunio al ginocchio. Però ho comunque fatto quattro anni di contratto con loro e sono grato all’Inter e a Mino Raiola che mi ha aiutato molto. Spero di avere di nuovo l’occasione di giocare in una grande del calcio”.
IL RAPPORTO CON MOURINHO - “Quando sono tornato all’Inter dal Chievo, ero pronto a partire con la squadra per la tournee negli Stati Uniti. Ma Mourinho al suo arrivo ha deciso che avrebbe lavorato solo con quella che riteneva essere la sua squadra: perciò disse a me e ad altri 8-9 giocatori che non facevamo parte del suo progetto e che eravamo liberi di andar via e trovarci un’altra sistemazione. Il calcio è così”.
Quindi lei non se l’è presa? O non ce l’ha con Mourinho?
“No, no”.
IL SOPRANNOME FOQUINHA - “Sicuramente ci sono momenti in qui quest’aspetto prevale nel giudizio su di me, quando la squadra ti considera solo come un giocatore di fantasia. Ma se io so fare qualche giocata è perché c’è qualità nel mio gioco e nelle mie caratteristiche, che mi permette di saper giocare la palla anche a terra, non solo in aria. Quindi in alcune situazioni è penalizzante, perché c’è chi pensa , o ha pensato, che io sappia fare solo quel tipo di numeri: la Foquinha, invece, è solo un piccolo dettaglio, una piccola cosa che posso fare per aiutare la mia squadra. Non faccio quel numero in ogni momento, in ogni partita, ma solo quando so che può servire per aiutare la mia squadra”.
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