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La nuova rivoluzione in casa nerazzurra non potrà prescindere dai paletti previsti nel "settlement agreement", imposto dall'Uefa per rientrare nei parametri del Fair-Play finanziario. Il traguardo più immediato è raggiungere il pareggio in bilancio al prossimo 30 giugno. Stando alle proiezioni di corso Vittorio Emanuele per riuscirci occorre aumentare i ricavi per una cifra oscillante tra i 20 e i 30 milioni di euro. Dentro il club l'ottimismo non manca, ma entro quella data, serve una cessione importante, oppure una serie di uscite minori per lo stesso ammontare. Quali? In cima alla lista dei partenti ci sono Brozovic e Murillo, ma anche Biabiany e Ranocchia, che potrebbe trovare una sistemazione definitiva in Inghilterra. Sembra complicarsi, invece, la permanenza di Jovetic al Siviglia, a meno di uno sconto sui 14 milioni fissati per il riscatto e che il giocatore non si riduca l'ingaggio. Il club può permettersi di mancare l'obiettivo per soli 10 milioni. Nel caso, sarebbe costretta a pagare una multa da 7 milioni di euro. Dovesse sforare per una cifra maggiore rischierebbe l'esclusione dalle Coppe. Sarebbe esiziale, però, conquistare un posto nella Champions 2018/19 e poi dovervi rinunciare a causa del Fair-Play finanziario. Peraltro, il "settlement agreement" non si esaurirà con il 2017. Anche le prossime due stagioni saranno sotto monitoraggio dell'Uefa e il club nerazzurro dovrà proseguire nel suo regime virtuoso.Tanto più che il break-even non è l'unico obbligo. Corso Vittorio Emanuele deve anche rientrare entro alcuni limiti per ammortamenti e monte ingaggi. Non rispettarli comporta sanzioni minori, tipo lista Uefa ridotta e vincolata, come accaduto in questa stagione. Non qualificarsi per l'Europa League ha tolto il problema per la prossima annata. Ma è chiaro che, dovesse tornare in Champions, l'Inter non potrà permettersi di non poter schierare i nuovi acquisti.
(Corriere dello Sport)
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