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"Onestamente sperava di mettere in cascina qualche minuto in più sui campi italiani. In 5 mesi nerazzurri, sono solo 331’. E il bello è che in Nazionale viaggia su un altro binario, a tripla velocità: quasi lo stesso minutaggio (323’) lo ha messo insieme nelle ultime cinque di qualificazioni all’Europeo. Se poi si cerca l’unica occasione in cui è partito dall’inizio in A, si torna indietro di 103 giorni: è successo ad Empoli il 24 settembre, c’era ancora profumo di estate. E, cosa non banale, l’impegno stava a metà. Quattro giorni dopo il debutto in Champions in casa della Real Sociedad e tre giorni prima del k.o. col Sassuolo in A. Insomma, c’era un calcolo di gestione delle forze più che una promozione sul campo. Al contrario, sono state le coppe la vetrina del buon Davide: nell’alternanza clinica tra Italia ed Europa, a lui è toccato giocare maggiormente la Champions".
"Sia chiaro, all’Inter nessuno si pente di aver appaltato per l’ex Sassuolo la bellezza di 33 milioni. L’aver scelto con tale decisione proprio lui, Frattesi, risponde alla nuova politica in casa Inter decisa dall’a.d. Beppe Marotta e sposata in pieno dal d.s. Piero Ausilio. La squadra nerazzurra deve avere un’anima italiana. Anzi, azzurra. È una qualità che va protetta e allargata un pezzetto alla volta. Semmai, in questo caso, con il lavoro bisognerà avvicinare le caratteristiche della mezzala a quelle del gioco “inzaghiano”. Ad Appiano hanno notato da vicino che Davide dà il meglio quando può assaltare l’area alla baionetta, mentre nel palleggio più raffinato fatica ad emergere con la stessa padronanza. È un fatto di abitudine, un nodo da sciogliere. Frattesi sa che avrà tra i piedi il saggio Mkhitaryan fresco di rinnovo fino al 2026, ma crede anche che l’armeno dice il vero quando parla del futuro", scrive La Gazzetta.
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