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Gabigol: due ostacoli per lui. Il primo è di natura tattica, poi…

Riccardo Fusato

Se da una parte, Gabigol, sta trovando delle difficoltà tecniche all'Inter, di certo non si può dire che non si impegna in allenamento

Se da una parte, Gabigol, sta trovando delle difficoltà tecniche all'Inter, di certo non si può dire che non si impegna in allenamento, anzi. Chi gli sta attorno, compagni compresi, garantiscono che il brasiliano si impegna e non salta mai un giro. Al limite il problema è che l’ex Santos sembra un po’ chiuso nel suo mondo. Che non sia un viveur che chiude le discoteche è soltanto un bene, ma raramente esce a cena con qualche compagno - Melo e Joao Mario le eccezioni - e se ne resta a casa con il numeroso clan che lo ha seguito da San Paolo. Compresi i genitori che non starebbero aiutando il figlio, mettendogli addosso eccessive pressioni. In casa tra l’altro ci sono pure il portavoce personale e il fisioterapista ex Santos voluto per trovare la forma migliore dopo un’estate no limits.

In aggiunta, particolare non da poco, il modulo dell'Inter; lui è una seconda punta, che va a nozze nel 4-4-2 e che potrebbe adattarsi anche largo in un 4-3-3. Ma non in un 4-2-3-1 in cui gli esterni offensivi devono arare la fascia avanti e indietro. E proprio con quest’ultimo sistema di gioco Pioli sta cercando di rilanciare la squadra. Avendo ottenuto risposte importanti anche da Candreva, Eder e Perisic. Gli uomini che - senza dimenticare Jovetic e Palacio - chiudono il campione olimpico. Gabigol infatti non è una prima punta, ruolo in cui ha giocato da ragazzino e uno sprazzo in Copa America perché ha un buono scatto nel breve. Ma gli mancano chili, centimetri e malizia per fare il centravanti.