primo piano

Gasperini: “Vi dico tutto: il mio staff, i giovani, Gasperson e…Zanetti”

Alessandro De Felice

Gian Piero Gasperini si racconta ai microfoni di Inter Channel, nella prima lunga intervista direttamente negli studi del canale tematico al termine della conferenza di presentazione alla stampa. Gasperini, la sua carriera da allenatore è partita...

Gian Piero Gasperini si racconta ai microfoni di Inter Channel, nella prima lunga intervista direttamente negli studi del canale tematico al termine della conferenza di presentazione alla stampa.

Gasperini, la sua carriera da allenatore è partita dai giovani, in particolare dal settore giovanile della Juventus.

"Ho allenato tanti ragazzi nella mia carriera, anzi i miei inizi sono stati proprio con dei bambini di 12 anni. Ho fatto il mio percorso di settore giovanile, che era una cosa un po' diversa, poi dopo c'è sempre qualcuno che vuole necessariamente etichettarti in qualche modo, ma io credo di essere stato sempre libero e indipendente nel mio lavoro e di essermi sempre proposto per quello che ho fatto nella mia squadra".

Preferisce essere chiamato Gasperson o Gasperinho?

"Gasperson, anche perchè è un nomignolo che mi hanno messo i tifosi del Genoa al quale sono molto legato".

Gasperinho era legato più a Mourinho, Gasperson a Ferguson...

"Non lo sapevo, ma allora scegliamo Gasperini che va meglio. Si tratta di due grandi allenatori, preferisco non scomodare nessuno e magari raggiungere la loro importanza con il mio nome".

Al Genoa per tutti era sempre e solo Gasperson...

"Nasce dai tifosi rossoblù e un po' dal presidente Preziosi perchè dopo il primo anno lavoravamo molto bene insieme anche con un'unita d'intenti e di idee, quindi ero visto un po' come l'allenatore che insieme alla società contribuiva a costruire una squadra, che spesso veniva modificata e cambiata. Per qualche anno è andata molto bene e per questo motivo i tifosi mi hanno dato questo nome, e un po' anche per il fatto che si auguravano che potessi rimanere diversi anni come poi di fatto sono stato".

I tifosi del Genoa sono contenti per il suo arrivo all'Inter, ma allo stesso tempo hanno molta nostalgia. È molto bello il giudizio che hanno di Gasperini, anche dal punto di vista umano.

"Questo mi fa molto piacere e da un'altra parte costituisce anche uno stimolo in più perchè mi piacerebbe moltissimo avere la stessa accoglienza, raggiungere importanti risultati come con il Genoa, convincere la gran parte della tifoseria anche qui all'Inter. È un traguardo ambito al quale spero di poter arrivare".

Come gestirà la differenza tra quello che rappresenta il Genoa e quello che rappresenta l'Inter?

"Essenzialmente tra le due squadre sono molto diversi gli obiettivi perchè poi in tutte le piazze la pressione non è mai poca, ma proporzionata. Quando sono arrivato al Genoa, dopo tanti anni di serie B, non è che si accettasse tanto altro se non la conquista della serie A. È chiaro che in un club come l'Inter tutto è amplificato all'ennesima potenza, ma le pressioni per un allenatore sono comunque tante: raggiungere obiettivi, risultati, convincere tifosi, i giocatori e la proprietà. Questo fa parte del nostro lavoro".

Come è stato l'incontro con il presidente Moratti? È consuetudine che quando arrivano dei nuovi allenatori alla base c'è sempre un incontro con il presidente che stupisce e colpisce per le cose che dice a voi tecnici.

"Direi che anche il mio è stato su questa linea. Quando sono uscito dopo averlo incontrato non toccavo terra, nel senso che avrei già voluto iniziare dopo mezz'ora ad allenarci e a giocare. È un uomo in grado di trasmettere tanto entusiasmo, capisci subito il suo attaccamento a questa società e ti comporti di conseguenza. È questo il punto dal quale partire e capisco anche perchè tanti giocatori siano così attaccati non solo al club, ma al presidente in particolare, abbiamo questo legame forte che credo sia una componente importante, che distingue questa società da tante altre".

Hernan Crespo è ancora molto amato dai tifosi dell'Inter. I sei mesi nei quali è stato allenato da Gasperini sono stati sufficienti a farlo sbilanciare con dei complimenti molto belli nei suoi confronti. Questo significa che in così poco tempo Gasperini riesce a "sconvolgere" un giocatore anche molto tattico?

"Con giocatori di qualità e caratterialmente così forte è indubbiamente più facile allenare. Ma ci devo riuscire in meno di 6 mesi, in due se non da subito. Credo però che si tratti di gente che parla di calcio, un linguaggio comune e di facile interpretazione, quindi se si riesce a essere convincenti e avere una certa empatia con lo spogliatoio diventa tutto più facile. Poi, con Hernan ho cominciato a capire il modo in interpretare il senso di appartenenza a una grande società, come nel suo caso poteva essere l'Inter: è venuto a Genova e ha portato con sè molto della sua mentalità, questo certamente ha fatto bene a tutta la squadra, nonostante lui all'inizio avesse anche delle difficoltà perchè era tanto tempo che non giocava o giocava poco. Lui ha fatto tutto con tantissima umiltà e con una straordinaria voglia di riemergere e reagire. Devo dire che ha fatto anche molto bene nel periodo nel quale è stato con noi, è stato determinate per i suoi gol in campionato, ne ha realizzato uno straordinario contro la Juventus, e in Europa League, ma al di là di questo è stato molto importante per quella che era la crescita della squadra nella quale c'erano tanti giovani".

Quando si arriva a guidare la squadra campione del mondo, dove si stabilisce il confine tra la voglia di cambiare delle cose e il rispetto di un gruppo che ha vinto tanto?

"Mi sono imposto, almeno inizialmente, di ascoltare e capire il più possibile quello che c'era, quello che è stato fatto e che ha portato a raggiungere dei risultati importanti. Questa è la base dalla quale mi sono imposto di voler partire, poi da qui incomincerò ad inserire quello che è il mio credo, il mio modo di interpretare il calcio, le partite, gli allenamenti, il modo di stare insieme perchè alla fine staremo insieme veramente tanto e quindi dobbiamo avere un ambiente sempre positivo in questo senso per affrontare le partite con un buon spirito comune".

Gasperini è un giocatore di scacchi?

"Giochicchio".

Lo chiediamo perchè in quell'Inter-Genoa chiuso sul risultato di 0-0, Mourinho disse che era stata 'una partita a a scacchi: io cambiavo e lui rispondeva con una contromossa'. Da lì è nata la grande stima.

"È vero e credo che questa sia una grande forza. Io sono sempre stato etichettato con il 3-4-3 e tutto sommato devo dire che mi faceva anche comodo perchè non lo faceva nessun altro e quindi mi distingueva in qualche modo. Credo che la duttilità sia una grande qualità per una squadra non un limite, lo è anche saper cambiare all'interno di una stessa partita. Allo stesso tempo credo stia diventando abbanza comune il fattyo che una squadra sappia giocare seguendo almeno due moduli".

Quindi noi giocheremo a 3 o a 4?

"Sempre in undici...".

Capitolo giovani: Gasperini nella propria carriera ne ha lanciato tanti, quale è la tua idea qui all'Inter?

"Qui c'è già una base di giovani giocatori importanti sulla quale l'Inter ha investito e dalla quale in futuro potrà avere dei ricambi. È quello che mi è stato detto dal presidente Moratti in primis e poi parlando anche con Marco Branca e Piero Ausilio che c'è la necessità di avere la squadra tra virgolette rigenerata nello spirito e nell'entusiasmo per essere immediatamente forte e competititvi. Allo stesso tempo c'è la necessità, da parte della società, di pensare anche a dei ricambi perchè purtroppo il tempo è inclemente e certe cose bisogna anche programmarle prima per non trovarsi poi di colpo sprovvisti, anche se per me ragazzi di 31 o 32 anni sono dei ragazzi...'

Gasperini infatti allenerà a breve un ragazzo di nome Javier Zanetti...

"Uno che del resto in Coppa America mi sembra sia tra quelli che è sempre presente in campo. Devo ammettere che lui però è un'eccezione, ma è evidente che questa è la dimostrazione che a 30 o 31 anni è al pieno della sua forza e maturità. Qualche volta può avere un po' di limiti mentali, cioè può incominciare a sentirsi non più atleticamente fresco, magari convinto anche da qualche errore in una partita. In quel caso bisogna togliergli un po' di remore dal cervello, ma credo che quell'età sia il pieno della forza fisica, sempre che non ci siano infortuni di mezzo'.

L'Inter è la squadra italiana che ha più giocatori impegnati in coppa America.

"Ancora una volta il calcio mette in risalto squadre tecnicamente inferiori, ma con grande capacità organizzativa e dinamica. Oggi il calcio soprattutto all'estero, soprattutto in Europa, mi sembra abbia un passo superiore al nostro che è una componente importante, dalla quale non si può prescindere e quindi bisogna affrontarla e bisogna riuscire giocare con buona intensità e qualità"

Arrivando dal Genoa, una squadra tra le poche che ha sempre giocato contro l'Inter non per non perdere, ma per vincere, come si immagina Gasperini la gestione di un top team?

"Sotto l'aspetto del valore tecnico è sicuramente più facile perchè hai comunque giocatori di maggiore livello e qualità quindi incontreremo nella maggior parte dei casi delle squadre votate a difendere, anche se oggi il calcio in questo senso è un po' cambiato rispetto al passato perchè tutte le squadre hanno degli attaccanti rapidi, che possono sorprenderti. Quello che mi piacerebbe è proporre una squadra che possa avere l'iniziativa del gioco e riesca a saper giocare su ritmi diversi, ma queste sono tutte cose che vorrebbero fare tutti. Ora credo che la cosa migliore sia cominciare in campo e vedere quella che sarà la nostra crescita. La base c'è, sono convinto che giocando un buon calcio si hanno più possibilità di vincere anche se questa è una cosa che in Italia non sempre viene capita perchè molto spesso sento dire che ciò che conta è vincere".

Come sarà composto lo staff di Gasperini?

"Come quando sono andato al Genoa ho portato Bruno Caneo, come vice allenatore, e Luca Trucchi come preparatore. Quest'anno, grazie anche alla disponibilità del Genoa, mi ha seguito anche Ivan Juric, un giocatore che io ho avuto per sette anni tra Crotone e Genoa, che l'anno scorso ha smesso di giocare e ha svolto un'ottima stagione da allenatore della Primavera. È uno che conosce molto bene come ci alleniamo e che anche per vicinanza di età con i giocatori può essere un buon tramite. Chiaramente, con noi ci sarà tutto il resto dello staff che è rimasto invariato, da Baresi a Bernazzani, da Rapetti a Nista. Saranno loro che ci aiuteranno a inserirci in questo club. Ci conosciamo tutti da anni e sono già una decina di giorni che prepariamo il lavoro futuro".

Qual è il programma dei prossimi giorni?

"Partiremo domenica mattina, nel pomeriggio inizieremo subito il primo allenamento".

Di fronte a migliaia di tifosi...

"Dovremo presentarci subito bene...allora metteremo sempre una partitina a fine allenamento (ndr.:sorride)'.

Mister Gasperini parteciperà?

"No, io farò l'arbitro".