Dall’altra parte, Hakan Calhanoglu porta con sé un passato di rimpianti legati alla finale di Istanbul, giocata nella sua Turchia. In quell’occasione, l’Inter ha fallito l’opportunità di alzare la coppa, e il turco, simbolo della squadra, non è riuscito a brillare come avrebbe voluto. La tensione e l’emozione di giocare nella sua Istanbul gli hanno giocato un brutto scherzo, ma questa volta è determinato a riscattarsi. Pur non essendo una rivincita diretta, la partita contro il City rappresenta un’opportunità per Calhanoglu di dimostrare il suo valore in uno dei palcoscenici più prestigiosi d’Europa.
Da quando è arrivato all'Inter, il turco ha dimostrato di essere una figura insostituibile nel sistema di Inzaghi: la sua visione di gioco e la capacità di gestire i tempi della squadra sono fondamentali per i nerazzurri, che si affidano a lui per orchestrare la manovra e mantenere il possesso palla.
Mentre Rodri si presenta come un regista più fisico e incisivo anche sotto porta – basti pensare alle 9 reti segnate nella scorsa stagione con il City – Calhanoglu è più un metronomo, un organizzatore che fa fluire il gioco attraverso la sua abilità di impostazione e precisione. Il rigore realizzato contro il Lecce ha esteso la sua striscia perfetta in Serie A, dimostrando ancora una volta il sangue freddo che lo caratterizza. Nonostante un inizio di stagione altalenante, Calhanoglu ha superato i problemi fisici e si prepara a essere il fulcro della manovra nerazzurra.
La partita di domani non offrirà trofei, ma sarà un’importante occasione per entrambi di affermare la loro supremazia nel ruolo di regista. Rodri ha già vinto tutto e punta a confermarsi ancora una volta come il migliore, mentre Calhanoglu vuole dimostrare che, anche dopo una delusione come quella di Istanbul, può rialzarsi e condurre l’Inter verso nuovi successi in Europa.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA