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Gds – Crollo Inter negli States, si salva Handa: unico a predicare nel deserto

Giovanni Montopoli

Può capitare una steccare alla prima, capita a tutti i divi del mondo, capita ai migliori e probabilmente Massimo Moratti si sarà consolato con questo motivetto all’uscita dello stadio di NY. La prima negli Stati Uniti del patron nerazzurro...

Può capitare una steccare alla prima, capita a tutti i divi del mondo, capita ai migliori e probabilmente Massimo Moratti si sarà consolato con questo motivetto all’uscita dello stadio di NY. La prima negli Stati Uniti del patron nerazzurro non è stata certamente invidiabile. Una sconfitta con un passivo poco edificante, contro una formazione non proprio temibile. Moratti non si scoraggia, sa bene che in amichevole scivoloni del genere possono capitare, non sarà certo il caso di farne un dramma.

DIFESA – quello che si doveva migliorare al momento sembra un cantiere in piena costruzione. Il pacchetto difensivo nerazzurro imbarca acqua da tutte le parte. Ieri il tecnico interista ha vissuto con la solita verve l’incontro in maglietta e pantaloncini a cuocersi sotto un sole rovente, cercando di limare e migliorare quello che è il reparto sotto massima osservazione.

HANDANOVIC – ancora una volta protagonista in positivo Samir Handanovic. E’ lui che limita il passivo, è lui che ci mette le manone, è lui che ci mette la faccia e lui che fece una richiesta chiara e semplice: “evitare di prendere troppi gol come lo scorso anno”. Richiesta rispedita al mittente senza colpo ferire. Handanovic continua con la solita determinazione a salvare il salvabile ma sembra anche e purtroppo l’unico a predicare nel deserto.

VERSATILITA’ – Mazzarri ad inizio stagione non aveva precluso a un certo ecletticismo tattico. La ripresa di ieri ha visto i nerazzurri mutare pelle e passare dalla difesa a 3 a quella a 4, il centrocampo stringere i ranghi e passare a due con tre mezze punte alle spalle di Icardi. Cambia lo spartito ma la musica rimane la stessa, ancora Handanovic protagonista. Il portiere ha accettato di rimanere, conscio del fatto che il cambiamento sarebbe arrivato, la rotta si sarebbe invertita, ma adesso ci vogliono i fatti. I fatti, quelli, il numero 1 nerazzurro li ha sempre fatti.