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"Tempo fa in casa Inter c’era un allenatore che amava il rumore dei nemici: se ne cibava, quasi. Spalletti dovrebbe saperlo, anche perché - il giorno che Josè Mourinho usò quell’espressione - uno dei destinatari era proprio lui: «Spalletti si ricordi che lui ha mancato di rispetto a me in una conferenza stampa. Lavori meglio, perché con la sua squadra può vincere tutto». Era l’inizio della stagione 2009-10, quella del triplete: tutti sanno come finì. Spalletti ha una strategia di comunicazione molto diversa da quella di Mou e gli effetti sono spesso discutibili. Degli spifferi e dei sussurri, in un momento come questo, Luciano dovrebbe serenamente fregarsene, anche perché il suo lavoro è abbastanza positivo ma incompleto: la Champions è vicina, non già in tasca. Spifferi e sussurri avvolgono perfino il pentascudettato Allegri, quindi Spalletti deve farseli scivolare addosso: sono parte del gioco. La società ha il diritto e il dovere di valutare la situazione e programmare il futuro, a lui tocca battere il Chievo e tenere a distanza il Milan e la Roma, senza perdersi in sterili polemiche. Gattuso e Ranieri non assomigliano granché a Robert Redford, ma sognano di fare il remake della Stangata". È l'analisi della Gazzetta dello Sport sulle voci che vogliono Luciano Spalletti lontano dalla panchina dell'Inter.
(Gazzetta dello Sport)
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