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La partita di ieri sera tra Inter e Palermo è anche servita a mettere di fronte due numeri 9 del campionato italiano: Mauro Icardi e Alberto Gilardino. Tra i due c'è tanta differenza d'età, ma il centravanti rosanero, secondo l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ieri sera ha stravinto la sfida nella sfida.
Lezione di «centravantismo» applicato alla squadra. Il maestro in cattedra è stato Alberto Gilardino, l’allievo (indisciplinato) Mauro Icardi, e non solo – anzi, quasi per niente – per il gol che l’attaccante del Palermo ha segnato vincendo la sfida a distanza con il giovane nerazzurro. Che può diventare uno dei migliori «9» del mondo, e l’ha già dimostrato con le 22 reti della stagione scorsa, ma che ha ancora tanto da imparare: non basta starsene lì davanti e aspettare che arrivi il pallone giusto, in certe partite come quella di ieri serve partecipare al gioco, dare una mano ai compagni, offrire un punto di riferimento lì davanti. Icardi non lo ha fatto, Gila invece ci è riuscito alla grande", scrive la "rosea", che evidenzia come l'attaccante italiano si importantissimo anche per il gioco di Vazquez. GUARDA E IMPARA - Un lavoro che invece non svolge alla perfezione, o meglio, non svolge per niente Mauro Icardi, - sul fronte offensivo opposto: "L'argentino non ha proprio aiutato. Le sue cifre parlano chiaro: appena 19 tocchi, con 8 passaggi positivi e ben 5 negativi. Soprattutto, la tendenza a cercare sempre la profondità – peraltro contro una linea a tre sistemata a ridosso dell’area di rigore quindi con pochissimo spazio alle spalle – e mai venendo incontro a Jovetic. Il montenegrino partiva da seconda punta e troppo spesso riceveva anche lui spalle alla porta, quindi senza capacità di incidere. Con Icardi sempre molto lontano, la connessione tra i due è riuscita praticamente una sola volta. Più semplice lo sfogo sull’esterno: solo a sinistra per Perisic quando a destra c’era un Guarin poco avvezzo al ruolo di ala, poi anche dall’altra parte con Biabiany che puntava forte verso l’area (vedi il gol nerazzurro, completato da Perisic sul secondo palo, su cross di Biabiany)"GLI ERRORI DI JO-JO - "Comprensibili, in questi termini, i 13 passaggi sbagliati di Jovetic, quasi tutti quelli indirizzati dentro gli ultimi sedici metri di campo. Ed è più semplice anche capire la sostituzione di Icardi con Ljajic. A quel punto, Jo-Jo si è spostato in una posizione più avanzata ma sempre «di manovra», con un movimento che risucchiava un po’ di più i difensori del Palermo creando spazi per gli inserimenti. L’inferiorità numerica non ha permesso all’Inter di sfruttare al massimo questa situazione di gioco, che si è comunque vista in un’occasione, quando – uscito proprio Jovetic nel finale – Ljajic ha potuto puntare frontalmente la porta e inventare una verticalizzazione per il taglio dall’esterno all’interno di Biabiany, fermato soltanto da un grande intervento (uno dei tanti) di Sorrentino".
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