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Dopo essersi salvata ai rigori col Pordenone, l’Inter cede primato e imbattibilità su un rigore assegnato dal Vare trasformato impeccabilmente da De Paul, anima dell’arrembante Udinese vista nel secondo tempo. La settimana friulana, così, dà concretezza ai dubbi emersi qua e là sulle possibilità della squadra di Spalletti di reggere la corsa al vertice in mancanza di un robusto aiuto dal mercato di gennaio. Secondo La Gazzetta dello Sportserve un innesto di qualità per reparto, ieri se n’è avuta conferma: difesa con amnesie diffuse, centrocampo in netta flessione atletica, attacco legato a Icardi, che ha spedito in rete l’unico suggerimento ricevuto ma che non ha compagni in grado di affiancarlo (Karamoh è apparso leggerino, Eder è entrato a partita compromessa).
La giornata negativa di Perisic e Brozovic ha impedito all’Inter di concretizzare la supremazia espressa nella prima frazione attraverso il lavoro di distribuzione organizzato più da Borja Valero che da Vecino (appannato) e finalizzato dai puntuali cross di un attivissimo Candreva. L’1-1 col quale si arriva al riposo è il prodotto di una leggerezza commessa in disimpegno da Santon (pallone riconsegnato all’ostinato, tenace Widmer) e tesaurizzata dalla zampata sotto porta di Lasagna, sbucato alle spalle di Skriniar e in anticipo su D’Ambrosio.
Il disorientamento di San Siro dura però giusto il tempo dei festeggiamenti poiché Candreva sa cucinare la pietanza preferita da Maurito: un traversone a mezza altezza in mezzo all’area. Icardi lo trasforma con tocco al volo nell’immediato pareggio. E San Siro riprende a pregustare l’abbuffata. Anche perché l’Udinese si arrocca con i suoi cinque difensori e i tre centrocampisti tenuti fissi nella propria metà campo.
Solo che la manovra dei nerazzurri si sviluppa in modo insidioso soltanto a destra, dove agisce un Candreva che ha spesso la meglio sul suo avversario diretto, Adnan. Centralmente Brozovic non ispira e non sfonda: il suo apporto è un tiro al volo da fuori, ben eseguito, su angolo. Palla a fil di palo. Perisic ci prova con un destro dal limite alto e con un diagonale mancino rasoterra piuttosto prevedibile. Difatti Bizzarri ci arriva senza patemi. I tentativi di Borja Valero e Candreva da posizione centrale, neutralizzati dal portiere, chiudono una prima parte che non lascia assolutamente presagire il patatrac.
Da come si riparte sembra che i nerazzurri abbiano bevuto camomilla al posto del tè. Fatto sta che Lasagna, lanciato da De Paul ma liberato da una grave esitazione di Skriniar, si presenta a due metri dalla linea bianca e spara un destro che Handanovic, prodigiosamente, riesce a sventare. Sono passati 40 secondi dalla ripresa ma l’Inter non è in grado di trasformare lo scampato pericolo in energia propulsiva. Anzi, la squadra comincia a spegnersi e Spalletti l’aiuta subito inserendo i muscoli di Gagliardini al posto di Brozovic: trequartista diventa Borja Valero.
La mossa non ha effetto poiché di lì a poco (12’) Widmer sfonda a destra, si allunga il pallone, riesce però a crossarlo a cavallo della linea di fondo, la sfera sbatte sul braccio di Santon ed esce. Arbitro e guardalinee assegnano la rimessa all’Inter, la Varinterviene e dopo tre minuti di incertezza l’Udinese beneficia del rigore che De Paul trasforma per il 2-1.
Dopo 10’, Spalletti inserisce un’altra punta (Karamoh). Poi Skriniar colpisce la traversa di testa, Miranda invoca un rigore dopo contatto con Widmer (niente Varstavolta), Gagliardini vede Bizzarri togliere dalla rete una sua pregevole deviazione aerea. Ma l’Udinese è sempre reattiva. Oddo può contare sull’efficace lavoro di De Paul fra le linee e sugli inserimenti delle mezzali Jankto e Barak, capaci di far male negli spazi sempre più ampi lasciati da un’Inter ormai sbilanciata e allungata (ci sono soltanto tre difensori). Proprio i due centrocampisti bianconeri confezionano la pregevole azione del k.o. prendendo spunto da un’apertura di De Paul. Il 3-1 è decisamente severo ma non bugiardo.
(Fonte: Nicola Cecere, La Gazzetta dello Sport 17/12/17)
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