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L'Inter vince ma non può ancora illudere. Lo scorso anno batteva la capolista Juventus e due anni fa era prima in classifica con tre vittorie. Secondo La Gazzetta dello Sport, l’ Inter attuale non fa delirare — anche i bimbi capiscono che il punteggio pieno è uno stato precario — però si porta avanti, sempre al comando: cerca di imparare il suo modo di stare in campo e utilizza sostegni sicuri e implacabili. Icardi e Perisic, i due che atterrano la Spal, sono stati coinvolti in tutti gli 8 gol di questo torneo. Tra reti e assist, s’intende, e non per forza in contemporanea. Però loro ci sono.
Nonostante la vittoria contro la Spal, i nerazzurri hanno dovuto lavorare molto per mettere in difficoltà gli avversari. La squadra ferrarese ha una struttura ben definita e funzionante, sa chiudersi nel 5-3-2 ma non restare schiacciata nel contenimento, usa gli esterni di difesa per costruire anche opportunità. L’ Inter invece non ha frecce ai lati; all’esordiente Dalbert va lasciato tempo, il veterano D’Ambrosio fatica a uscire dai mugugni; Candreva è dirompente nelle partenze e sempre troppo impreciso negli arrivi, vedi la quantità di cross, inviti, suggerimenti mai arrivati ai destinatari.
Quindi l’Inter riesce a modellare le rare chance quando velocizza l’entrata verticale al centro, non con il più continuo lavoro ai fianchi. Il rigore di Icardi, deciso dopo un estenuante consulto al video, sgorga da un fallo di Vicari su Joao Mario proprio in un’azione rapida e bassa. Idem uno sparo del capitano qualche istante dopo. Mentre i fuochi d’artificio del finale, quando anche Eder potrebbe triplicare, sono un normale affievolimento degli avversari.
(Fonte: Pierfrancesco Archetti, La Gazzetta dello Sport 11/09/17)
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