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GdS – Inter da Scudetto, vittoria da big. Inzaghi meglio di Conte: il passato…
Una sfida a due facce. L'anticipo del 5° turno di Serie A tra Fiorentina e Inter ha visto le due squadre dominare un tempo per parte. Nel primo i Viola di Vincenzo Italiano hanno mostrato tutta la loro forza, con il gol del vantaggio e un pressing asfissiante, mentre nel secondo i nerazzurri sono venuti fuori alla distanza e hanno portato a casa il bottino pieno.
La Gazzetta dello Sport analizza le varie fasi del match:
"Alla fine del primo tempo abbiamo pensato: l’ottava sorella si chiama Viola e fa girare la testa. Un primo tempo fantastico, di pressing feroce, a ritmi kloppiani, chiuso meritatamente in vantaggio (Sottil). Ma come capita agli adolescenti in crescita, che faticano a gestire forze ed ormoni, la Fiorentina ha dato troppo nella prima metà ed è letteralmente scoppiata. L’Inter, svogliata e imprecisa del primo tempo, ha riordinato i sentimenti e ha sbranato la partita con tre gol, dimostrando tutte le sue poderose potenzialità: 18 gol segnati in 5 partite; primo posto virtuale in classifica, oltre il Napoli, tanto per ribadire l’intenzione di tenersi al petto il triangolino; 11 nerazzurri già in gol, una squadra intera, a conferma della profondità della rosa".
Il primo tempo è un mix perfetto tra i meriti dei padroni di casa e approccio sbagliato dell'Inter:
"Esemplari le 2-3 sbavature di De Vrij, uno che in genere tanti errori li distribuisce in una stagione intera. Strane anche le imperfezioni e gli affanni di Barella, il soldatino più affidabile della caserma. Ma qui forse c’entra anche la stanchezza. Al solito, tra Inter e Nazionale, le ha giocate quasi tutte. Merita delle pause. Se ha già la lingua fuori a settembre... Male Darmian, prigioniero dello scattante Gonzalez, poco in regia da Brozovic e Calhanoglu. L’Inter fatica a rialzarsi e non restituisce quasi mai il pressing. Si sbatte il solo Perisic e un po’ Lautaro. Ma in 45 minuti i nerazzurri trovano la porta una volta sola, su punizione di Calha che fa volare Dragowski (30’)".
Nella ripresa le cose cambiano, con l'Inter che prende in mano la partita e conquista il bottino pieno:
"Ma in spogliatoio l’Inter si toglie il pigiama, s’infila la tuta da lavoro, torna in campo e inizia un altro film. Minuto 7: Perisic assiste Dzeko che, con un tocco tanto semplice quanto enciclopedico, innesca l’irruzione di Barella che manda in gol Darmian. Tre minuti più tardi, corner di Calha e Dzeko incorna il 2-1. Notare un paio di cose. Prima: al 7’ Dumfries e Sanchez erano a bordocampo, pronti a rilevare Darmian e Calhanoglu che sono entrati da protagonisti nei due gol. Il calcio è anche questo. Seconda cosa: Barella si è cambiato le duracell all’intervallo ed è stato il trascinatore della rimonta. Incontenibile. Per questo è così difficile tenerlo fuori… Al 20’ ha ancora la forza per affondare e servire il march point a Lautaro che se lo divora. Ma la partita la chiude di fatto Gonzalez al 33’ che si fa cacciare per protesta con applauso incorporato".
La Gazzetta dello Sport conclude l'analisi sottolineando una caratteristica fondamentale della nuova Inter, che si gode l'eredità lasciata da Conte e il nuovo di Inzaghi:
"Il pareggio lo ha firmato Darmian, soldatino scelto di Conte ed erede delle zolle di Hakimi. Il sorpasso lo timbra Dzeko, il successore di Lukaku. Due gol per ribadire che il presente non è ammalato di nostalgia e regge il confronto con il passato. Anzi, Inzaghi, bravissimo a gestire la risalita, ha 3 punti in più dell’ultimo Conte. L’Inter ha vinto da grande, ma non deve dimenticare che, se gioca con l’anima molle, come nel primo tempo del Franchi, si rimpicciolisce. [...] L’Inter ha imparato dal primo tempo fiorentino che cosa non deve fare. Sabato ospiterà l’Atalanta, altre bestie da pressing che sanno dosare le forze. Sarà il suo primo vero scontro diretto, ma intanto ieri la Beneamata si è addormentata in cima al campionato".
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