Il profilo perfetto per completare la mediana di Simone Inzaghi. Hakan Calhanoglu è considerato il calciatore giusto per l'Inter del tecnico di Piacenza. "Un po' Eriksen, un po' Luis Alberto" scrive La Gazzetta dello Sport. Il turco ha già ricoperto il ruolo di mezzala in passato e ora con Inzaghi punta a fare l’ultimo salto di qualità e centrare per la prima volta la doppia cifra di gol nel campionato italiano.
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GdS – Mix tra Eriksen e Luis Alberto: Inter, Calhanoglu perfetto per Inzaghi. La missione…
La Gazzetta dello Sport presenta Calhanoglu e lo inserisce nell'idea di calcio del nuovo allenatore dell'Inter Inzaghi
La Rosea confronta Eriksen e Calhanoglu, che dovrà sostituire proprio il danese nel trio in mezzo al campo: "Christian Eriksen rispetto ad Hakan è più centrocampista moderno, uno che sa giocare davanti alla difesa, da mezzala e da trequartista e che a volte al Tottenham ha agito anche da esterno di fascia, con libertà di accentrarsi sulla trequarti a caccia dell’imbucata vincente. Preferibilmente partendo da destra, come piaceva a Pochettino. In questo Calha è totalmente diverso: da trequartista esterno con Pioli partiva largo a sinistra, pronto ad accentrarsi per cercare la conclusione prima di tutto.
Rispetto al danese il passo è più svelto, lo strappo tra le linee più potente e la possibilità di inserirsi senza palla più probabile. Chris preferiva ricevere palla sui piedi e magari avviare lui una ripartenza; con Hakan si può andare subito velocemente in profondità, attaccare lo spazio dietro la linea dei difensori e cercare l’uno contro uno a ridosso dell’area. I numeri mostrano la differenza tra i due: nell’ultima stagione, la media voto di Hakan è stata superiore: 6,16 contro 6,06. E il rendimento spiega il perché: 9 gol in stagione e 12 assist in 43 presenze, con gli 8 gol complessivi di Eriksen in nerazzurro in un anno e mezzo".
Inzaghi ha una missione: "Trasformare il turco in un Luis Alberto 2.0. Lo spagnolo era il faro della Lazio di Simone, la mente di tutte le trame offensive. Anche Luis ci ha messo un po’ a imporsi in Italia, ma poi è diventato devastante. Tecnicamente i due si assomigliano (più qualità Luis, più fisico Hakan), amano puntare l’uomo e uscire in dribbling dalla pressione avversaria. Con qualche rischio, certo. Ma calcolato. Perché saltata la pressione diventa più facile puntare la porta e andare a fare male all’avversario".
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