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Non ci sono dubbi dubbi: risultati a parte, tutti gli allenatori di livello sono sicuri: Luciano Spalletti è un fuoriclasse e può essere sicuramente un valore aggiunto di questa Inter. In questo senso segnali chiari e inequivocabili sono arrivati anche dalla tournée asiatica e dalla serata di San Benedetto del Tronto: risultati, organizzazione, atteggiamento generale, concentrazione e condizione fisica dell’Inter hanno cambiato l’umore dell’intero popolo nerazzurro. Ora il tecnico toscano va però messo nelle condizioni di ridurre quasi a zero i rischi sulla strada dell’obiettivo minimo, ovvero il quarto posto e il rientro nell’Europa che conta. Traduzione: a Walter Sabatini e Piero Ausilio il compito di migliorare per qualità morali e tecniche una rosa che così com’è non garantisce di certo il «sorpasso» a Roma, Napoli o Milan, le tre grandi che, Juve stellare a parte, hanno chiuso il 2016-2017 davanti ai nerazzurri. Se maneggiato con poca cura, il calcio di luglio e inizio agosto può creare danni irreparabili a livello di strategie di mercato. E allora occhio ad abbandonarsi a giudizi definitivi dopo i recenti quattro successi consecutivi, seppure prestigiosi, contro Lione, Bayern, Chelsea e Villarreal. Gli «scivoloni» sono probabili soprattutto se si analizzano i singoli: c’è chi entra in forma subito per caratteristiche fisiche; chi dà spettacolo in assenza di pressioni e tende invece a battere in testa quando il gioco si fa duro; c’è quindi chi fa la differenza proprio nei momenti chiave, a dispetto di una partenza «lenta». Detto questo, secondo la Gazzetta dello Sport, le quattro vittorie in questione vanno invece prese maledettamente sul serio, per ciò che ha appunto espresso sul campo la squadra nel suo complesso, come collettivo, mostrando idee chiare, coraggio e parecchie certezze tattiche.
(Gazzetta dello Sport)
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