Era tornato bello forte ed era riuscito a farsi largo nell’overbooked 11 del Barça, giocando bene e segnando con frequenza. Il 2 aprile però il nuovo crack: è stato operato il 7 dello stesso mese e poi di nuovo il 1° ottobre perché l’articolazione non funzionava bene. Il 18 dicembre scorso ha ricevuto il via libera dai medici del Barça ma non è ancora tornato in campo. Rafinha vuole giocare, solo così può continuare a sognare il Mondialeche fu del padre. E per continuare a innaffiare la striminzita piantina della speranza ha la possibilità di ripercorrere la strada che fu di suo papà, che negli Anni 90 giocò al Lecce e alla Fiorentina.
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GdS – Rafinha talento di cristallo che vuole l’Inter. Una volta trovata la forma…
Thiago, anche lui infortunato e senza data di rientro certa, era considerato il nuovo Xavi ma il fratello di Guardiola, suo agente, nel 2013 l’ha portato in Baviera. Rafinha, come col Brasile, anche con il Barcellona ha mostrato maggior fedeltà: è andato in prestito al Celta quando c’era Luis Enrique e ha fatto una grande stagione, poi ha sempre voluto trovare il suo spazio in blaugrana. Per farlo si è adattato: «Ho la fortuna di poter giocare in varie posizioni, anche se sono sempre stato un interno mi sento a mio agio tanto come estremo che come uomo di fascia».
Luis Enrique lo usava principalmente come ricambio di Iniesta ma lo ha provato anche come terzino destro, «falso nueve», largo al posto di Neymar e persino come «pivote»: «Può rendere in varie posizioni, è un giocatore speciale, differente», diceva Lucho che a un certo punto, poco prima che si facesse male, aveva cambiato il 4-3-3 con il 3-4-3, usando il brasiliano sulla destra nella linea di mezzo nel celebre 6-1 al Psg. Rafinha è uno che vede la porta, approfittando degli spazi creati dagli attaccanti, ma non ha problemi a dare una mano in copertura. Non ci sono dubbi sul fatto che una volta ritrovata la forma possa essere utile, o molto utile, all’Inter. Resta solo da vedere quanto ci metterà a tornare ai livelli della scorsa stagione.
(Fonte: Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport 11/1/18)
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