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Una secchiata di acqua gelata in faccia: ecco l’effetto che la qualità di Karamoh ha avuto ieri su un’ Inter a lungo addormentata. Timido (quasi si vergognava nello spogliatoio mentre i compagni si complimentavano) e lavoratore vero, piano piano sta entrando nel metodo Spalletti. Oggi ci sta invece prendendo gusto, e un esordio simile è benzina pura sotto tutti i punti di vista.
Secondo La Gazzetta dello Sport, di questi tempi nel Meazzanerazzurro basta una piccola scintilla, un tunnel, uno scatto secco con dribbling vincente per elettrizzare un popolo che appoggia e alimenta coi fatti (circa 160mila presenze con Fiorentina, Spal e Genoa) il lavoro di Luciano Spalletti, ma che allo stesso tempo soffre tremendamente nel vedere un’Inter forse mai così povera di idee e imprevedibilità. Tutti con il tecnico perché i 16 punti (su 18 disponibili) in classifica sono figli di un pizzico di fortuna e in gran parte del maniacale lavoro sul campo di un allenatore che sta facendo miracoli con una rosa obiettivamente piena di lacune, lontana per esempio anni luce da quelle di Juve, Napoli e Roma.
Ieri sono bastati appunto un paio di lampi del baby Karamoh per trasformare San Siro in una bolgia nell’ultimo quarto d’ora di una gara complessivamente mediocre. Dentro al minuto 72. Inizio timido, poi il primo numero: uno contro uno, palla da una parte e lui che scatta dall’altra. A seguire altro dribbling secco, scarpata e fallo che scatena lo stadio. Da un tiro di Karamoh nasce quindi il corner del gol partita, e nei minuti finali lo sbarbato di scuola Caen "sbruffoneggia" un po’, arrotola il pantaloncino e porta a spasso mezzo Genoa subendo tre interventacci: ammoniti Migliore e Zukanovic, espulso Taarabt. L’uscita dal campo è da star: tutti in piedi, San Siro ha fame di fantasia.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 25/09/17)
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