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Dopo il pareggio ottenuto con il Napoli, il tecnico dell'Inter Spalletti ha voluto bacchettare i suoi giocatori, lamentando assenza di qualità all'interno del gruppo. Un modo per scuotere i giocatori prima del finale di stagione in cui l'Inter dovrà cercare, in tutti i modi, di arrivare tra le prime quattro del campionato. Lo sfogo di Spalletti di domenica sera per alcuni si trattata di un modo per mettere le mani avanti, per altri è la necessità di dare una energica scossa ambientale magari anche per esorcizzare la clamorosa rimonta milanista. Più preoccupante, ma obiettivamente meno credibile, sarebbe l’ipotesi di uno Spalletti pronto ad alzare bandiera bianca nei confronti delle romane o del Milan. In ogni modo, di discutibile c’è sicuramente la tempistica. In un colpo solo Spalletti rischia appunto di minare i rapporti con lo spogliatoio, la società (che non l’ha presa benissimo) e almeno parte dei tifosi.
A gennaio fu la proprietà per prima a battezzare come adeguata a certi obiettivi una rosa che invece anche agli occhi di un semplice appassionato aveva mostrato crepe preoccupanti già a dicembre, sia dal punto di vista tecnico sia a livello di personalità. E a inizio 2018 fu colpevolmente ignorato il deciso e a tratti «rumoroso» allarme lanciato più volte sul mercato dal d.t. Suning Sabatini e dal d.s. nerazzurro Ausilio: «Rinforziamoci – dissero i due, presentando un piano oltretutto al risparmio –, altrimenti non si va in Champions e sono guai peggiori con il fairplay finanziario». Anche Spalletti alzò la voce in quegli ultimi convulsi giorni di mercato? Se sì, la «sparata» di domenica notte avrebbe un minimo di logica, altrimenti ci sarebbe probabilmente parecchio da discutere fra le mura di corso Vittorio Emanuele.
(La Gazzetta dello Sport)
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