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Georgatos: “Inter? Ognuno sa ciò che deve fare. Scudetto? Se lo gioca con Napoli e Juve”

Daniele Vitiello

L'ex laterale nerazzurro è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport

Grigoris Georgatos, ex laterale dell'Inter, ha rilasciato una bella intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport: «Mancano i miei cross? Ma ora Spalletti è molto soddisfatto di Nagatomo, no?. Seguo il calcio, come potrei non seguire l’Inter. Ogni tanto metto ancora quella maglia, con gli Inter forever. A giugno abbiamo giocato a Creta, c’erano Toldo, Materazzi, Chivu, Kallon, Suazo... Spalletti è un grande esperto della Serie A, e questo conta. Un allenatore che dà un’idea di calcio precisa alle sue squadre: guardi l’Inter e dici “Ognuno sa cosa deve fare”. Poi i risultati aiutano: ti danno sicurezza e avvicinano la tua gente».

A proposito: più di settantamila a San Siro per Inter-Torino di domenica.

«Che bei ricordi il Torino, e anche San Siro: quando mi scrissero quello striscione “Grigoris, Milano ti ama” non ci volevo credere, ogni tanto riguardo ancora le foto. Stavo davvero bene solo quando mi allenavo alla Pinetina e quando giocavo, meglio se a San Siro. Ha visto che bolgia era il Karaiskakis per Olympiakos-Barcellona? Ecco, San Siro sa essere così, ma con il doppio degli spettatori».

E il Toro cosa le ricorda?

«Il mio primo vero assist per Vieri, quello con il Verona non vale perché il gol lo inventò lui. Fu su punizione: vincemmo 1-0, mi pare. Da quel giorno, se la posizione era giusta per il mio sinistro, lasciarono calciare anche me. E non mancava chi potesse tirarle: Baggio, Seedorf, Recoba, Ronaldo...».

Questa Inter è forte da vincere lo scudetto?

«Per me se lo gioca con il Napoli e la Juve: rispetto a loro ha il vantaggio di potersi concentrare su una sola partita alla settimana e la concentrazione, dunque la continuità, è sempre stata uno dei grandi problemi dell’Inter».

L’ultima, Grigoris: meglio Vieri o Icardi?

«Attaccanti diversi, anzi molto diversi. Però identici in una cosa: il gol sempre in testa. E io mi divertivo a metterli a Bobo sulla testa».