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Gianfelice Facchetti, ospite negli studi di Skysport, ha parlato del suo spettacolo teatrale "Eravamo quasi in cielo" e poi anche dell'Inter e del momento no dei colori nerazzurri. Ecco cosa ha detto il figlio dell'ex presidente ed ex calciatore Giacinto Facchetti: "In questa storia ci sono anche tanti riferimenti alla storia di quando ero bambino, ci sono riferimenti al Grande Torino e ci sono tanti piccoli intrecci che riguardano me e la mia storia".
-Da tifoso interista come stai vivendo la Juventus alla ricerca del Triplete?
Al di là dell'ironia, sono molto concentrato sull'Inter e sul riscatto dell'Inter perché ce n'è bisogno, c'è bisogno di tornare a sorridere e che torni il senso di appartenenza un po' tiepido in questo momento.
-Se dovesse andare via Pioli si parla di Conte e Simeone. Chi preferisci?
Non è per non rispondere, ma le quattro partite che restano sono le più importanti. Per me parlare del futuro è già troppo, serve un senso di realtà che farebbe bene a tutti. Fino a quando c'era l'obiettivo terzo posto c'era una certa dedizione, sfumato quell'obiettivo non è stato più così. Adesso bisogna partire dal presente e non mi interessa parlare del futuro, dei calciatori che verranno o degli allenatori che verranno, sono concentrato sul presente. Inutile parlare del tetto del mondo, adesso il tetto del mondo è superare il Milan in classifica.
-Cosa pensi di questo passaggio in mani cinesi?
Un segno dei tempi. Il calcio per necessità economiche ha bisogno di un altro tipo di gestione: che siano cinese o di altri cinesi poco cambia. L'Inter ha un punto di partenza notevole, i tifosi sugli spalti, quel senso di calore che la gente sta mostrando va riconosciuto e non si può non sentire e non credo che un giocatore possa non sentirlo perché i tifosi ci sono anche al di là della classifica. I tifosi sono il punto forte dell'Inter. Quanti giocatori oggi entrano in campo con lo stesso attaccamento dei tifosi per la maglia nerazzurra? Da qui bisogna partire.
-Quando l'Inter potrà dire, riferito al tuo spettacolo, che toccherà di nuovo il cielo?
Se ripartirà dalla sua storia, guardandola in faccia, prendendola su serio, pensando che quei colori sono un privilegio ed è un orgoglio portarli.
(Fonte: SS24)
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