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Gol di tacco: Palacio entra nella hall of fame

Riccardo Fusato

Il colpo di tacco di Palacio che è valso il derby all’Inter, rischia seriamente di entrare nella storia nerazzurra, ma non solo. Il colpo da biliardo ha ribadito, e non ce n’era bisogno, la classe di questo giocatore, che fino a quel momento...

Il colpo di tacco di Palacio che è valso il derby all’Inter, rischia seriamente di entrare nella storia nerazzurra, ma non solo.

Il colpo da biliardo ha ribadito, e non ce n’era bisogno, la classe di questo giocatore, che fino a quel momento aveva lottato da solo con tutta la difesa del Milan. Nonostante ciò, anche molto stanco per il lavoro oscuro, è riuscito ha tirare fuori dal cilindro una perla che fatta nel derby ha un valore ancora maggiore. Tra l’altro, quella di domenica sera non è stata  la prima volta. Nel Genoa aveva segnato già gol del genere : uno al Cagliari nel 2010 e l’altro alla Lazio, al volo con il sinistro nel 2012, anche se quello contro il Milan è il più bello in assoluto.

Il gol dell’argentino  ricorda un altro tacco famoso, in una sorta di remake a colori di un classico in bianco e nero. Il 31 ottobre 1971 Roberto Bettega, numero 11 sulle spalle, segna nella stessa porta, con lo stesso movimento, sullo stesso tipo di passaggio, contro lo stesso avversario. Alessandro Del Piero. Fece un gol così nel derby, un altro ancora più bello al Siena, e prima quello magico e però inutile al Borussia Dortmund nella finale di Champions. Come dimenticare Hernan Crespo: follia e classe per realizzare il gol che stese a domicilio la Juventus nel 1999. Ma non finisce qui;  il tacco di Allah di Rabah Madjer che rimise in piedi la finale di Coppa Campioni 1987 tra Porto e Bayern Monaco e  la prodezza di Antonio Cassano sampdoriano contro il Werder Brema nei preliminari di Champions 2010.

Fin qui il colpo di tacco classico. Poi c’è quello acrobatico:  Roberto Mancini, leggendario il colpo al volo in maglia Lazio, a Parma (contro Buffon), con Vieri che gli urla «ma che hai fatto?!» - e Zlatan Ibrahimovic, i cui tacchi volanti in stile taekwondo quasi non si contano più. Ma anche l’altro Mancini, Amantino, che decise così un derby. Infine c’è il tacco da dimenticare, l’autorete di Bruno N’Gotty in Roma-Venezia 5-0. Ecco, infatti non se lo ricorda nessuno.