Nella mente e nell'esperienza personale di Robin Gosens la partita perfetta esiste. Il giocatore tedesco lo ha raccontato nella sua abituale rubrica per 11 Freunde: "L'ho vissuta l'anno scorso in occasione dell'Europeo. Pera andare avanti dovevamo per forza vincere. Quindi c'era già una discreta pressione contro il Portogallo e posso affermare di non essere sceso in campo con chissà quale esperienza di Nazionale. Era la mia ottava presenza, infatti. Quando però la squadra vince 4:2, e per chissà quali motivi mi riesce tutto e addirittura vengo nominato "Man of the Match", allora credo si possa proprio parlare di partita perfetta. Di queste partite in carriera se ne giocano una manciata, se va bene. Magari resterà l'unica partita in cui è andato tutto alla perfezione, ma quando la ricordo mi torna il sorriso".
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Gosens: “C’è una regola che rispetto in ogni partita. Adoro le rimonte”
Quale definizione ha la partita perfetta? Robin lo spiega nel dettaglio e rivela anche una regola fondamentale alla quale si attiene appena scende in campo: parola di papà Gosens!
Ma la carriera di Gosens è nel pieno del suo corso, ecco quindi come si immagina la prossima partita perfetta: "La sera prima dormo otto ore con un sonno profondo come quello dei bambini. La giornata della partita inizia senza complicazioni. La pasta è buona, durante lo stretching non sento dolori e l'espresso che bevo due ore prima della partita è delizioso. Naturalmente indosso prima lo scarpino di destra, il resto viene da sé. Mi dirigo subito nel tunnel per il riscaldamento e sento l'atmosfera. Nello spogliatoio accarezzo la maglia che indosso. Se fino a quel momento è andato tutto bene, difficilmente qualcosa andrà storto. Appena l'arbitro fischia l'inizio della gara mi attengo ad una regola fondamentale. Una regola che arriva da papà Gosens: "All'inizio gioca sempre tre-quattro passaggi semplici, questo ti porta sicurezza". Mi attengo sempre a questa cosa e se i passaggi semplici mi riescono allora si parte (non dovessero riuscirmi l'allenatore potrebbe anche pensare di sostituirmi)".
"Per diventare perfetti è necessario che la partita sia accesa. Ho bisogno di emozioni e devo battagliare anche con gli avversari. Non devono mancare due o tre scivolate al limite del consentito. L'ideale è essere in svantaggio in modo da dover combattere per recuperare. Amo serate così, naturalmente quando riesce la rimonta. Alla metà del secondo tempo pareggiamo e 5 minuti prima della fine la butto dentro di testa sul secondo palo. Dopo il fischio finale si festeggia con i tifosi (quanto mi mancano!) e nello spogliatoio mi aspetta una Coca Cola ghiacciata che butto giù con tre sorsi. Così sarebbe proprio la perfezione per me e mentre lo sto scrivendo e immaginando mi viene la pelle d'oca. Il calcio è lo sport più figo del mondo", conclude Robin Gosens.
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