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Gravina: “Il campionato va portato a termine. Valutiamo tutte le ipotesi. Una è…”

Gianni Pampinella

L'intervista rilasciata dal presidente della Figc a Repubblica

"Il calcio arriverà in fondo". A dirlo è il presidente della Figc Gabriele Gravina nel corso di un'intervista rilasciata a Repubblica.

Il direttore dell’Iss, Rezza, è contrario al ritorno in campo. È un parere che vi condizionerà?

«Ho massimo rispetto per la scienza e per chi ha la responsabilità di applicarla, ma non posso ammainare bandiera. Lavoriamo sul come, non sul quando. Quando il Paese tornerà a vivere, quando ci saranno le condizioni per altri settori tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine . C’è tempo».

Chi deciderà? Governo, Lega, Figc, medici?

«Tutti insieme, responsabilmente. Respingo al mittente le accuse di chi vede nel calcio un mondo governato da interessi lontani dal contesto sociale del Paese. Al contrario, della nostra ripartenza beneficerebbe tutto il sistema. Penso allo sport di base, all’indotto e al valore sociale del nostro movimento».

Perché esclude lo stop definitivo?

«Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità. La Fifa ha tracciato la via: non comincerà la nuova stagione senza aver concluso prima questa».

C’è una deadline per ripartire?

«No, non c’è. Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio. A seguire, le coppe. Se invece dovremo ripartire a settembre, chiuderemo questo campionato a novembre. Per ritornare in campo a gennaio».

A quel punto il prossimo campionato cambierebbe formula?

«Valutiamo tutte le ipotesi. Una è organizzare le competizioni su anno solare, ma, ripeto, serve il coordinamento con tutte le federazioni europee. Altrimenti, dovremo chiudere la stagione a maggio prima dell’Europeo. Il campionato 2021 potrebbe disputare in 5 mesi. Ci sono delle idee sul tavolo, ad esempio una formula con due o più gironi e poi play-off e play-out. Misure eccezionali, solo per una stagione».

Giocare a Bergamo alla ripresa sarà molto difficile.

«Sì. E anche a Milano, a Brescia o a Cremona. Un campionato sotto il Rubicone, senza partite al nord, è una possibilità».

Assegnerebbe lo scudetto a tavolino? La Juve non lo vuole.

«Può farlo solo il Consiglio federale, ma la posizione della Juve è apprezzabile: anche per me lo scudetto si conquista sul campo».

Cosa pensa del taglio degli stipendi? La Lega di A decidendo da sola ha delegittimato l’Assocalciatori?

«Assolutamente no, qualcuno ha pensato strumentalmente di riconoscere all’Aic un ruolo diverso da quello politico. Ma è il codice civile che indica la rivisitazione dei contratti. Vedo più del sano realismo che un depotenziamento».

(Repubblica)