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Investire lontano dall'Indonesia. Una scelta che nasce da motivazioni ben precise, che si parlano con la situazione calcistica di quella particolare area asiatica. Perché il nuovo proprietario dell'Internazionale fosse così felice di investire al di fuori dei confini della sua patria è il tema di un articolo uscito sulla versione online del Guardian. La prima settimana meneghina di Thohir viene definita interessante e l'accento viene posto proprio su quello slogan che l'indonesiano sta incominciando a fare suo, da bravo (primo) tifoso dell'Inter. Chi non salta è rossonero.
C'è stata un po' di sorpresa per questo investimento nella terra natia di Thohir, l'Indonesia, dove il milionario è più avvezzo alla presenza a bordo dei campi da pallacanestro che a quelli da calcio. La sua società di investimenti ha quote in uno dei maggiori club calcistici indonesiani, il Persib Bandung, ma lui è visibilmente più coinvolto nel Satria Muda, squadra che ha vinto tutto e che lui possiede. Il basket è riconosciuto da tutti come il suo amore vero, il calcio per lui sarebbe solo puro e semplice business.
Ma non c'è nulla di semplice o di puro nel calcio in Indonesia. Nulla. Lo stadio di Giacarta può vantare un'atmosfera pazzesca: quando è pieno è paragonabile solo all'Azadi di Teheran. Ma questa è solo un'immagine superficiale. Se si scava in profondità la realtà è molto diversa. Nelle viscere dello stadio Gelora Bung Karno, costruito dall'Unione Sovietica nel 1962, si trovano gli uffici della federazione calcistica indonesiana. In quei corridoi rieccheggia aria di corruzione.
Rispetto alla Cina l'Indonesia è piuttosto indietro. I recenti successi dei club cinesi si devono alla loro volontà d'investimento. Ma in Indonesia i problemi sono altri. Dalla violenza (nella partita tra Persija Jakarta e Bandung Persib, nel maggio 2012, tre tifosi sono stati uccisi) alla corruzione. Questo è un paese tormentato da lotte interne, violenza e instabilità politica. Una situazione che si riflette anche sul calcio, che ha vissuto anche l'ombra delle partite truccate. L'attaccante Bambang Pamungkas, che a marzo aveva dichiarato che il calcio del suo paese stava morendo, ha contribuito a formare nel 2012 un sindacato di giocatori. Il 60% dei suoi colleghi professionisti non avrebbe percepito regolarmente lo stipendio. Una relazione del Times ha sostenuto che l'importo totale nei confronti dei giocatori ammontava a qualcosa come più di $ 6 milioni di dollari.
Per l'Indonesia il grande evento del 2014 non sarà la Coppa del Mondo, ma le elezioni presidenziali. Chi controlla il calcio è sulla buona strada per controllare l'Indonesia. Così si dice, ma al momento nessuno ha il controllo di nulla. Ecco perché Erick Thohir ha investito fuori dai confini della sua nazione. Ecco perché nessuno può biasimarlo per questo.
Lorenzo Roca e Sabine Bertagna
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