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Maresca? Conosce meglio di me la mentalità italiana, ma alla fine è 11 contro 11: tutti gli allenatori al mondo si confrontano con i loro staff perché il calcio è idee e sono importanti quelle di tutti. Dovere di vincerla? Ho affrontato sempre queste situazioni, c'è il piacere di sognare durante la settimana, pensare a quello che puoi fare per vincere: in questo momento non è questione di preparazione atletica, bisogna arrivare bene mentalmente. L'Inter gioca in modo diverso dalle altre, dobbiamo andare tranquilli e dare tutto nei 95 minuti.
Fallimento se perdiamo? Lo dicono tutti, siamo abituati: se lo dice tutto il mondo dobbiamo accettarlo. Al Barcellona il primo anno abbiamo fatto il Triplete, se non lo avessimo fatto ogni anno sarebbe stato un problema: lo accettiamo e andiamo avanti. Inzaghi? Mi ricordo quando ci siamo incontrati a New York, ci siamo salutati e ci siamo trovati in città: abbiamo chiacchierato di calcio. Addio se vinciamo? Chiedetemelo dopo: abbiamo rinnovato perché ci troviamo bene, qui ho tutto. Qui è un sogno per un allenatore, c'è tutto quello di cui si ha bisogno: qualsiasi cosa succede andiamo avanti insieme, giudichiamo quello che facciamo e non quello che otteniamo. Ma quando vinci sei bravo e se perdi non lo sei: ma qui ti lasciano il tempo".
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