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L'ospite della puntata odierna di "Drive Inter", trasmissione di Inter Channel, è Fredy Guarin, protagonista del centrocampo nerazzurro e anche di questa prima parte di stagione.Queste le sue parole:INTER - E' stata una scelta importantissima. Non ho avuto alcun dubbio quando ho saputo dell'interesse. Credevo che era il momento giusto per andare via, sapevo di non poter perdere quell'opportunità. Parlavo dell'Inter con Cordoba qualche anno prima di arrivare. Non è facile arrivare in una squadra che aveva bisogno di giocatori di qualità, per fare bene in squadra. Sono arrivato da infortunato, ma quei mesi sono stati importanti per me per imparare come si vive all'Inter. Poi sono guarito e ho esordito con il Genoa.ESORDIO - E' una maglia pesante quella dell'Inter, lo stadio di San Siro è pesante. Io avevo bisogno di dimostrare e mi sono liberato tantissimo quando ho toccato il primo pallone. Ho sentito il boato del pubblico e da lì sono andato avanti. Ho sempre guardato San Siro dalla tv, è sempre un'emozione arrivare qui, come il giorno del primo viaggio verso lo stadio.OBIETTIVI - La strada è lunga, piano piano costruiremo qualcosa. Il presente è importante. Credo di aver dimostrato quello che voglio ottenere. Partita dopo partita costruiremo. Spero di non lasciar passare questa opportunità all'Inter. Ne ho avute tante, ma questo è il mio sogno. L'Inter per noi colombiani è davvero tanto, ho sentito Cordoba e anche altri calciatori. Posso dire tranquillamente che questa è l'opportunità della mia vita.VERO GUARIN - Posso ancora mostrare tanto. Con l'esperienza che sto guadagnando grazie ai compagni, al mister, ai tifosi, so di poter dare ancora di più.RUOLO - Abbiamo provato a giocare con il libero, con il centrocampista più difensivo. Io credo di poter dare il meglio di me quando giochiamo a otto davanti.PASSIONE - Giocavo a scuola, mio padre era appassionato di calcio e mi portava alle sue partite con i suoi amici e io sono entrato così nel mondo del calcio. A me piaceva giocare da attaccante. A 16 anni giocavo in attacco. Mi piace tanto segnare.ESPERIENZE PASSATE - Ho disputato solo un anno al Boca, ma non ho giocato molto. Mi è rimasto un po' il rammarico per non aver giocato tanto. Al Saint-Etienne ho avuto un'esperienza dura. Lì faceva molto freddo. Noi colombiani abbiamo sempre caldo. Nemmeno per la mia famiglia è stato facile. E' stata una prova per me giocare lì e l'ho superata. Ho studiato il francese, comunque. Mi serviva imparare la lingua per tutti i giorni.PORTO - Ha una storia importantissima. La persona portoghese è speciale. Io ho fatto la differenza tra i francesi e i portogesi, i portoghesi mi piacevano molto. Poi l'atmosfera in Portogallo è molto bella, fa caldo, c'è il mare. Al Porto ho trascorso tre anni di felicità, ho vissuto un'esperienza bella come persona e come calciatore. Devo sempre ringraziare il Porto e le persone che mi hanno aiutato lì. Quando sono arrivato avevo Jesualdo Ferreira e mi ha aiutato. Con lui giocavo poco, ma in allenamento parlava molto con me, mi stimolava. Poi è arrivato Villas Boas, ho iniziato a giocare con lui.FAMIGLIA - Mio figlio ogni giorno mi sente parlare di calcio, è normale che sia attratto. Il mister gli chiede di giocare a volte da difensore, a volte da attaccante. Alle 8 mi sveglio e alle 8.30 accmpagno mio figlio a scuola. Poi vado a fare allenamento, torno, mangio. Se posso fare la siesta la faccio, se no vado a prendere il bambino a scuola. Poi c'è mia figlia che è molto energica e gioco con lei. Quando andavo a scuola avevo sempre la testa al calcio. Mio figlio va sicuramente meglio di me.MILANO - Mi piace molto uscire, mi piace uscire con la mia famiglia. Non mi nascondo tra la gente, faccio le foto con i tifosi, mi diverto.ITALIA - Sono stato due giorni a Roma, a Natale sono stato a Milano e mi sono sentito come a casa, stando con tutta la famiglia. Quando ho qualche giorno libero viaggio, mi piace molto conoscere nuovi posti.COLOMBIA - Abbiamo Falcao, sta giocando benissimo. Sta elevando calcisticamente il nostro paese, sta facendo qualcosa di impressionante.
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